L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha avviato un procedimento «relativo alla revisione ed eventuale integrazione delle misure regolamentari atte a promuovere condizioni di effettiva concorrenza nei mercati di accesso alla rete fissa». Sotto esame Telecom, i cui comportamenti anticompetitivi e la sua posizione dominante non garantiscono tuttora il fiorire di un mercato concorrente nell’ambito delle telecomunicazioni.
Come si può leggere nella delibera 626/07/CONS, è maturato il convincimento che sia «necessario prevedere misure regolamentari più efficaci di quelle finora attuate dall’Autorità, anche facendo ricorso a misure atipiche, quali forme di separazione funzionale della rete d’accesso di Telecom»; ciò dovrebbe garantire una maggiore concorrenza nei mercati di accesso alla rete fissa sia all’ingrosso (wholesale), sia nel caso dell’offerta di servizi al dettaglio (retail) e garantire che non si verifichino condizioni di monopolio nelle reti di nuova generazione. Il procedimento si è reso necessario dati i presunti comportamenti anticoncorrenziali messi in atto da Telecom Italia, che hanno impedito la nascita di una effettiva concorrenza in tale segmento di mercato; Telecom inoltre possiede un potere di mercato molto elevato all’interno delle telecomunicazioni fisse, con una quota molto elevata e giudicata superiore alla media europea. Permangono quindi «gravi ostacoli di carattere strutturale ad un assetto concorrenziale del mercato».
In base a «segnalazioni pervenute da altri operatori relative alla violazione del principio di non discriminazione e della parità di trattamento interna ed esterna» e poichè Telecom consente tuttora la commercializzazione e la vendita dei servizi ADSL ai propri clienti, senza garantire così una corretta separazione delle funzioni relative alla gestione della rete dalle funzioni commerciali e tenuto conto che sono trascorsi 18 mesi dalle prime analisi di mercato, l’Autorità ritiene necessaria una riesamina dei mercati 1, 2, 11 e 12 che regolano l’accesso ai servizi di rete fissa.
«Telecom Italia può presentare impegni idonei a garantire che la fornitura di servizi all’ingrosso di accesso alla rete fissa avvenga mediante una effettiva ed efficace separazione fra le attività della rete di accesso ed il resto delle funzioni dell’azienda, nonchè con la garanzia di una equivalenza di trattamento – tra gli operatori alternativi e le proprie divisioni commerciali – in relazione alla fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso». l termine di conclusione del procedimento è di 180 giorni dalla data di pubblicazione del provvedimento nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Qualora l’azienda telefonica italiana non facesse nulla per sbloccare la concorrenza, l’Agcom potrà approvare i provvedimenti proposti con l’effetto di renderli obbligatori.
Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, inoltre, ritiene che nonostante l’impegno del Governo anche Telecom debba fare la sua parte per espandere la penetrazione del broadband nel nostro paese: «Ci sarà un impegno pubblico, ci sono molti quattrini anche nella Finanziaria per l’accesso alla banda larga, ma l’impegno della nostra principale azienda di telecomunicazioni è determinante«, ha dichiarato Gentiloni. «Non si fa la rete di accesso alla banda larga solo con investimenti pubblici o prevalentemente pubblici».