Google assume personale per testare continuamente i risultati del proprio motore di ricerca. La notizia non è un’indiscrezione, ma giunge direttamente da Peter Norvig, il responsabile delle ricerche del colosso di Mountain View. Intervistato dalla rivista Technology Review, Norvig ha svelato alcune curiosità sul motore di ricerca più utilizzato al mondo, pur mantenendo il massimo riserbo sul famigerato algoritmo che gestisce ricerche e risultati di Google.
A una domanda su come il motore di ricerca sia in grado di valutare e mantenere la propria accuratezza nel fornire i risultati, così ha risposto Peter Norvig: «Compiamo numerosi test. A livello macroscopico, teniamo traccia dei clic degli utenti. Se selezionano il primo risultato, e non tornano indietro per cercarne altri, ciò significa probabilmente che hanno trovato ciò che desideravano. Se invece continuano a scorrere la schermata, pagina dopo pagina, magari riformulando la domanda, allora sappiamo che i risultati ottenuti non corrispondono a ciò che gli utenti cercavano. Un’altra strategia che utilizziamo è quella di selezionare a caso alcune richieste e assumere un certo numero di persone per avere una valutazione oggettiva dei risultati ottenuti. Si tratta di collaboratori che assumiamo per avere esclusivamente un giudizio. Li formiamo per identificare siti Web di spam o fraudolenti, dopodiché registriamo le loro valutazioni».
Nonostante l’importanza dell’intervista, che conferma ancora una volta quanto sostenuto da numerosi analisti sul motore di ricerca, Norvig ha fornito una risposta sufficientemente ambigua per preservare le strategie utilizzate da Google nei confronti dei propri valutatori. Non è chiaro, infatti, se i giudizi emessi dai gruppi di feedback siano utilizzati con l’unico scopo di valutare la qualità dell’algoritmo o anche per fornire un giudizio sulla qualità dei siti Web indicizzati dal motore di ricerca. L’esistenza di gruppi di feedback per valutare l’accuratezza dei risultati offerti da Google era già stata ipotizzata, e talvolta indirettamente ammessa da Mountain View, in numerose occasioni. Del resto, gli algoritmi e i sistemi di intelligenza artificiale non sono ancora sufficientemente evoluti e sviluppati per fornire un’attendibile tecnologia di controllo, specialmente sul Web in cui la mole di dati e la quantità di variabili sono in continua crescita. Appurato quanto sia necessario un controllo umano sulle attività di ricerca di Google, rimane ancora insoluto il mistero su come i dati di rating e feedback dei valutatori vengano innestati nell’algoritmo del motore di ricerca.