L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha comunicato (pdf) che sta avviando due istruttorie contro Telecom Italia per approfondire eventuali evidenze ricollegate a due differenti denunce portate all’Authority da parte di Wind e Fastweb. Occorre notare come i due gruppi siano i capisaldi del progetto “2010 Fibra per l’Italia“, il che pone le parti in piena antitesi tanto sul piano del mercato, quanto sul piano legale.
Nel documento ufficiale dell’Autorità Garante si segnalano anzitutto le due denunce:
- Wind: «In data 24 febbraio 2010 WIND ha segnalato presunti comportamenti anticoncorrenziali messi in atto dalla società Telecom Italia S.p.A. (nel seguito TI) riguardanti: i) rifiuti di attivazione dei clienti e mancati aggiornamenti delle basi dati necessarie alla definizione degli ordini di attivazione; ii) politiche di forti sconti per i canoni di accesso relativi ad offerte narrowband (servizi POTS e ISDN) destinate a clienti business in aree aperte al servizio di unbundling del local loop (nel seguito ULL)»
- Fastweb: «In data 12 aprile 2010 anche FW segnalava analoghi comportamenti riguardanti presunti abusi nelle offerte narrowband alla clientela business e alla pubblica amministrazione»
Wind da parte sua sostiene che Telecom Italia abbia agito con dolo «mettendo in atto una strategia di boicottaggio tecnico consistente principalmente nell’opporre un elevato numero di rifiuti alle richieste di attivazione di servizi all’ingrosso formulate dai concorrenti, trasmettendo all’operatore alternativo (nel seguito anche OLO) richiedente rifiuti motivati da giustificazione di carattere tecnico. L’Antitrust sottolinea inoltre il fatto che «WIND e FW segnalano inoltre presunti comportamenti discriminatori messi in atto da TI e consistenti nell’applicazione di prezzi notevolmente differenziati per la clientela business attestata in aree aperte all’unbundling rispetto alle condizioni a quest’ultima applicate in aree non aperte all’unbundling».
Una apposita tabella mette in evidenza il fatto che TI raccolga ad oggi il 94% dei ricavi nel mercato della banda larga all’ingrosso contro il 6% circa che complessivamente hanno in mano Fastweb, Wind, Tiscali, Tele2 e tutti gli altri operatori: trattasi del dato numerico riassuntivo che ben delinea il quadro complessivo e contro il quale i denuncianti intendono combattere per smuovere le acque e ricavarsi un ruolo di maggior prestigio nel comparto.
Il documento raccoglie in 60 punti la descrizione del contesto e le accuse che Wind e Fastweb apportano nei confronti dell’incumbent. Al punto 59 l’Antitrust spiega che «I comportamenti fin qui esposti, ove effettivamente riscontrati, appaiono idonei a configurare due distinte ipotesi di abuso di posizione dominante da parte di TI, che, in virtù della posizione detenuta sui mercati a monte dell’accesso alla rete, propagherebbero i propri effetti sui mercati a valle dei servizi telefonici su rete fissa. Nello specifico, una percentuale elevata di KO per lo più evitabili è idonea ad ostacolare sensibilmente gli operatori alternativi nell’offerta di servizi alla clientela finale, con evidenti ripercussioni negative anche per quest’ultima».
In conclusione: «l’Autorità intende verificare se le condotte oggetto della presente istruttoria integrino abusi di posizione dominante da parte di TI». Per Telecom Italia, insomma, una nuova ennesima problematica che si aggiunge alle pressioni che da più parti stanno piovendo su una azienda che, con il proprio immobilismo, è divenuta oggi il principale vincolo alla crescita della banda larga nazionale. Ma la risposta non si è fatta attendere ed un apposito comunicato stampa è presto giunto sul sito Telecom: «In merito al procedimento istruttorio avviato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – i cui contenuti sono stati resi noti in un comunicato stampa del Garante – Telecom Italia è certa di poter dimostrare di aver agito nel pieno rispetto delle regole con comportamenti improntati ad una corretta competizione. La società desidera precisare, inoltre, di essersi già messa a completa disposizione dei funzionari Agcm per fornire tutta la documentazione e le informazioni necessarie allo svolgimento dell’istruttoria e dimostrare la totale infondatezza delle lamentele su presunti comportamenti illegittimi avanzate da operatori alternativi».