L'antitrust UE minaccia Google sui brevetti

La Commissione Europea vieta a Motorola di utilizzare i propri brevetti essenziali per gli standard al di fuori di quanto previsto dai termini FRAND.
L'antitrust UE minaccia Google sui brevetti
La Commissione Europea vieta a Motorola di utilizzare i propri brevetti essenziali per gli standard al di fuori di quanto previsto dai termini FRAND.

La Commissione Europea ha alzato il cartellino giallo nei confronti di Motorola, gruppo controllato da Google: l’uso che sta facendo dei propri brevetti rischia di portare il gruppo verso una violazione delle norme comunitarie, il che potrebbe portare pertanto la commissione antitrust a formalizzare specifiche sanzioni nei confronti di Mountain View.

Con una apposita comunicazione ufficiale che vale da monito ultimo, la commissione guidata da Joaquin Almunia ha fatto sapere a Motorola cosa ne pensi della situazione: tutelare le proprietà intellettuali è concesso, ma ogni abuso è punito dalle normative antitrust. Almunia è estremamente diretto in tal senso: «La protezione della proprietà intellettuale è la pietra angolare dell’innovazione e della crescita. Ma lo è anche la competizione. Penso che le aziende debbano spendere il loro tempo in innovazione e debbano competere nel merito dei prodotti che offrono, non abusando dei diritti per frenare la concorrenza a scapito di innovazione e libertà di scelta per i consumatori».

Il caso specifico è quello che vede Motorola opposta ad Apple presso una Corte tedesca: il modo in cui Google richiede ad Apple il rispetto di particolari brevetti FRAND andrebbe oltre i termini previsti per questo tipo di brevetti (i quali, in quanto essenziali per la definizione degli standard, vanno concessi in uso a prezzi accessibili ed a condizioni eque).

L’indagine è stata avviata nell’aprile del 2012 sulla scia delle accuse che Apple e Microsoft hanno scagliato contro Google per il modo in cui stava utilizzando i brevetti Motorola per proprio interesse. La vittoria Apple fa il paio con la vittoria Microsoft: soltanto pochi giorni or sono il gruppo di Redmond ha visto riconosciuto il proprio diritto a sborsare meno di 2 milioni di dollari per brevetti per i quali Google chiedeva invece 4 miliardi di dollari.

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