Nell’agosto 2007, Jana Overbo e Nicole Brown-Booker, due donne costrette su una sedia a rotelle querelavano Apple, denunciando la presenza di barriere nello Store di S. Francisco: secondo la coppia c’erano una serie di cose che proprio non andavano nel negozio californiano, dai corridoi stretti, agli scaffali troppo alti, fino alle difficoltà per raggiungere il Genius Bar; addirittura i dipendenti Apple avrebbero ignorato le due donne quando si trovavano nel negozio.
Oggi Ars Technica comunica il raggiungimento di un accordo tra Apple e le querelanti e saranno quindi eseguiti dei lavori per rendere più accessibile lo store californiano.
A differenza delle solite cause contro la società di Cupertino, infatti, qui non veniva richiesto un esorbitante cifra monetaria ma piuttosto l’adattamento del negozio, in modo da permettere a chiunque di usufruirne.
Tra i vari interventi che Apple ha previsto mettere in atto, la modifica alla pressione di apertura porta d’ingresso, installare dei corrimano, apportare modifiche alla toilette del primo piano e aggiungere indicazioni in braille a ciascun ascensore; in fine, Apple ha deciso di fornire ulteriori ore di formazione al personale in modo che possano offrire assistenza più corretta ai clienti in sedia a rotelle.
Questa è sicuramente un’ottima notizia ma speriamo che Apple voglia proseguire sulla strada che è stata costretta ad intraprendere, apportando i giusti adattamenti agli Store che ne avrebbero bisogno, così come tenga conto di questo episodio nel momento in cui metterà in cantiere la progettazione di nuovi negozi.