Nonostante i diversi esempi sul mercato uno studio Gartner sostiene e spiega come un computer da 100 dollari sia ancora lontano da venire: almeno tre anni. L’istituto di ricerca sostiene inoltre che la volontà di arrivare al traguardo potrebbe causare una cattiva modernizzazione.
A smentire parzialmente i risultati dello studio ci sarebbero il laptop Jointech da 99 dollari e il portatile partorito dalla Carapelli Ltd di Taipei (immesso sul mercato dopo la presentazione di Gartner), che sostiene di essere il più economico al mondo, venduto a 100 dollari ma disponibile solo in blocchi da 100.
Come spiegato Annette Jump, il problema secondo l’istituto di ricerca sarebbe che «Nonostante i benefici di un’alfabetizzazione informatica nei mercati emergenti spingano verso la creazione di un portatile da 100 dollari ci sono problemi relativi alle specifiche hardware, alla disponibilità di alimentazione e di costi sostenibili per la connessione ad internet. Oltre infine a dover studiare sistemi di pagamento ad hoc per i suddetti mercati».
A parziale conferma della teoria Gartner ci sono i risultati del progetto più noto riguardo le possibilità di un pc low cost per i mercati in via di sviluppo: l’OLPC di Nicholas Negroponte è da tempo oggetto di studio e di sperimentazioni presso il MIT di Boston, ma al momento la produzione ancora non riesce a scendere sotto i 188 dollari di costo.
Occorre tuttavia considerare che l’obiettivo dei 100 dollari di costo è sicuramente importante ma non indispensabile. Sempre di più, infatti, i portatili low cost si vendono nei paesi occidentali invece che in quelli emergenti. Software libero, piattaforme essenziali e leggere sommate ad un’estetica minimale stanno infatti conquistando i cuori, le tasche e le esigenze di molti acquirenti abbienti.
Totalmente fuori concorso invece il progetto di due università indiane che si sono unite per cercare (con l’aiuto del Governo) di mettere in commercio un portatile da 10 dollari: il pc ultraeconomico avrebbe chiaramente scopi didattico-umanitari.