Grande subbuglio nel mondo della ricerca online argentina: le versioni nazionali dei più importanti motori di ricerca infatti sono state costrette ad inibire tutte le ricerche riguardanti importanti personalità che hanno fatto loro causa per i contenuti a cui linkano.
Si tratta di una possibilità non contemplata sia nell’ordinamento statunitense che in quelli dell’Unione Europea, ma in Argentina a quanto pare i motori di ricerca sono responsabili per i contenuti di cui forniscono il link. Così, quando un gruppo di modelle (tutte rappresentate dal medesimo avvocato) ha chiesto la rimozione di tutte le pagine collegate al loro nome (per evitare lo sfruttamento della loro immagine), il giudice ha dato ragione all’accusa ed ha intimato l’esecuzione del veto.
I motori di ricerca sembra poi che dovranno anche pagare delle multe salate (tra i 30.000 e i 121.000 dollari) alle circa 70 querelanti appunto per lo sfruttamento della loro immagine. La stessa cosa è poi accaduta su Yahoo! per quanto riguarda le ricerche sul neo ct dell’Argentina e star nazionale Diego Armando Maradona. Ad ora una ricerca con il suo nome non dà risultati.
Invece che accanirsi in appelli le compagnie stanno ora cercando di collaborare con il Governo per riempire il vuoto legislativo che presta il fianco a simili cause. In altri paesi quali Chile e Colombia, infatti, si è già arrivati ad una soluzione.
«È chiaro che un simile divieto, che blocca ogni menzione ad una persona, equivale alla censura» ha dichiarato Alberto Arebalos, a capo di Google per l’America Latina: «Può creare due internet, una in Argentina e una per il resto del mondo, cosa che non ha il minimo senso». Inoltre da Google vien fatto sapere che è possibile cancellare materiale specifico che è particolarmente diffamatorio, ma che è assolutamente impossibile tenere fuori dai risultati tutto il materiale ritenuto diffamatorio.