A poco più di un mese dall’intervista di Fortune a Larry Page, il CEO di Google torna a concedersi ai microfoni. Tocca questa volta alla redazione di Wired affrontare con lui alcune questioni di fondamentale importanza per il panorama tecnologico, come il futuro dell’ambito mobile, la rivalità con gli altri protagonisti del settore e i social network. Detto in altri termini: Motorola, Apple e Facebook.
A proposito della società dell’Illinois, acquisita lo scorso anno a fronte di un investimento pari a 12,5 miliardi di dollari, Page è molto chiaro: Motorola sta mantenendo e manterrà la propria indipendenza, sotto la guida di Dennis Woodside. Questo non si traduce però in un mancato supporto da parte di Google per la realizzazione di prodotti innovativi, che il numero uno di bigG è certo debutteranno sul mercato in futuro: l’esempio fornito è quello che riguarda gli smartphone, entro dieci anni equipaggiati con display pressoché indistruttibili anche in seguito a una caduta.
Stuzzicato in merito alla “guerra termonucleare al mondo Android” voluta da Steve Jobs (citata nella biografia ufficiale scritta da Walter Isaacson), Larry Page non si scompone e risponde semplicemente “Sta funzionando?”. Non si tratta però di un modo per aggirare le domande riguardanti l’ormai longeva battaglia tra la piattaforma mobile di Mointain View e il sistema operativo iOS, che ha visto di recente Android prevalere nettamente nel segmento smartphone.
Abbiamo avuto l’abilità di vedere le potenzialità della piattaforma senza essere ostacolati dallo status quo. Nel momento in cui abbiamo deciso di investire su Android, i sistemi operativi mobile erano orribili: non si poteva sviluppare software in confronto a quanto accade oggi. Penso che puntare su Android sia stata una mossa lungimirante: abbiamo avuto la convinzione di fare un investimento a lungo termine, credendo di poter migliorare le cose.
In merito a Facebook, il CEO di bigG pensa che nel panorama social network ci sia spazio sufficiente per più di un protagonista, abbastanza da assicurare a Google+ un notevole margine di crescita. I due prodotti, sottolinea Page, sono sostanzialmente diversi, non risparmiando qualche aspra critica alle strategie messe in campo da Mark Zuckerberg.
Sono un gruppo molto forte in questo ambito, ma hanno anche fatto delle pessime scelte in termini di prodotti. Il nostro successo deve per forza di cose dipendere dal fallimento di un’altra azienda? Non credo. Stiamo facendo qualcosa di differente. Penso sia sbagliato affermare che c’è posto per un solo protagonista in questo mercato. Quando abbiamo iniziato a occuparci delle ricerche online tutti ci hanno detto “Fallirete, ci sono già cinque altre società che lo fanno”.
Nel resto dell’intervista si parla dei progetti avveniristici in preparazione all’interno dei laboratori Google X, dell’ottica di espansione del gruppo, di dispositivi come Google Glass e delle automobili in grado di guidare senza l’intervento dell’uomo.