Per fare fronte alle recenti decisioni che hanno sentenziato un vertiginoso aumento delle tariffe relative alle royalties per tutte le radio online Last.fm, recentemente acquistata dalla CBS, ha stretto un accordo di collaborazione con Sony, un patto da 280 milioni di dollari che ne garantirà la sopravvivenza.
Inizialmente il servizio di radio online come Last.fm o Pandora era garantire un ascolto musicale in streaming di una playlist di brani non componibile dall’utente ma comunque in linea con i suoi gusti. Attraverso il Music Genome Project, infatti, servizi come quello di Last.fm riescono a comporre una playlist coerente a partire dalle richieste degli utenti (richieste di un genere in particolare o di un tipo di musica relativo ad un gruppo o cantante) e continuamente ridefinibile attraverso i giudizi (positivi o negativi) che l’ascoltatore può esprimere riguardo ogni brano.
Il software memorizza le valutazioni e impara a conoscere i gusti dell’utente scegliendo per lui in maniera sempre più accurata i brani da proporre. Questo fa sì che ogni ascoltatore fruisce di un canale personalizzato, cosa che ora con l’applicazione delle nuove tariffe condanna senza appello le radio come Last.fm a pagare cifre insostenibili.
Ecco allora che arriva l’accordo con Sony, la quale consentirà per la cifra di 280 milioni di dollari l’utilizzo del suo catalogo. Dall’accordo dovrebbero guadagnarci entrambi: Last.fm, come sostiene alla BBC il cofondatore Martin Stiksel, perchè «abbiamo sempre avuto come obiettivo di avere a disposizione per l’ascolto tutto ciò sia mai stato registrato. L’accesso al catalogo Sony, con alcuni tra i brani più famosi in assoluto, ci porta un passo più avanti in quella direzione»; Sony, oltre al ritorno monetario, ha i suoi vantaggi in un rendiconto indiretto: come dichiara Thomas Hesse «il servizio di Last.fm darà ai nostri artisti una piattaforma attraverso la quale raggiungere un nuovo pubblico e il sistema unico di raccomandazioni darà ai nostri artisti emergenti un’importante opportunità di costruirsi una base di fan».