Sven Jaschan, l’ormai noto autore del codice dei virus Sasser e Netsky, potrebbe aver clamorosamente trovato impiego presso un’azienda di antivirus. Con approccio decisamente opposto rispetto a quanto dichiarato solo pochi giorni or sono da altre aziende del settore quali Sophos (secondo cui i virus writer si sono macchiati di un reato tale per cui il mondo degli antivirus non dovrebbe porgere loro la mano), questa nuova puntata dell’intricata storia di Sasser vede la software house Securepoint offrire lavoro a Sven Jaschan.
Il motivo è semplice ed emerge dalle dirette parole di Lutz Hausmann, responsabile del gruppo: «[Jaschan] ha fatto una brutta cosa ma questo non fa di lui una persona cattiva. E’ intenzionato a fare del bene. E’ una positiva riabilitazione». Il gruppo ha inoltre oltrepassato le questioni di principio per motivare l’assunzione: secondo Hausmann il ragazzo ha sì delle conoscenze nel settore, ma necessita di fondamentale erudizione in argomento di programmazione. Semplicemente, conclude Hausmann, era il meglio che il gruppo aveva a disposizione per poter scegliere.
Mikko Hyppönen, direttore F-Secure, pur evidenziando la propria perplessità per l’accaduto si felicita per l’approccio seguito da Securepoint ed auspica un’esemplare rieducazione del ragazzo (definito «più sciocco che cattivo»). Sul giudizio attualmente in auge su Sven Jaschan pesa in modo non secondario il fatto che il worm Sasser sia nato anche come virus-anti-virus: Sasser, infatti, una volta infettata la macchina era in grado di disattivare (pur grossolanamente) worm quali Bagle e MyDoom.
Sophos, da parte sua, prende le distanze dall’accaduto: oltre a respingere il tutto in quanto viene ritenuto pericoloso il messaggio mandato al mondo dei virus writer, Sophos intravvede nell’assunzione di Sven Jaschan una semplice ricerca di preziosa promozione gratuita sulla stampa da parte di Securepoint.