Riprendere un vecchio mulino a pietra, coltivare vegetali smart, connettere cose che non lo erano mai state. Digital manifacturing, eCommerce, IoT, ricerca e brevetti green, visori immersivi, coworking, piattaforme crowd e sharing economy, Big Data, nuove forme di pagamento, industria 4.0. L’idea che la tecnologia bruci soltanto lavoro è parziale, e sbagliata, così la job community dei lavoratori della rete si è riunita per il terzo anno consecutivo alla Camera dei Deputati per parlare di futuro del lavoro. Fabbriche, artigiani e contadini sono a modo loro egualmente digitalizzati e, buona notizia, fatturano.
Dopo aver portato all’attenzione della politica le 10 azioni per entrare nell’economia digitale e aver realizzato il fact-checking su ciò che è stato fatto e su ciò che c’è ancora da fare, il terzo incontro annuale dei Wwworkers a Roma si è focalizzato stavolta sui trend. La via italiana al futuro del lavoro (video) è stata una giornata di confronto con politici, esperti, organi di rappresentanza, big player dell’hi-tech e di speech con le storie dei tanti lavoratori che ogni giorno raccontano un futuro possibile per l’economia locale che si confronta con quella globale. Storie di “global microbrand” che si ritrovano a concorrere nello stesso agone digitale delle grandi multinazionali. Introdotti da Marco Bettiol dell’Università di Padova, e moderati da Gianpaolo Colletti, si sono susseguiti diversi protagonisti di storie di successo di imprese artigiane, PMI e startup italiane che stanno scalando nel mondo generando interesse e fatturato.
Visionari, appassionati, competenti, coraggiosi, digitalizzati. 25 eccellenze italiane oggi alla Camera per il Camp dei #wwworkers #grazie pic.twitter.com/lVjlSWmrVW
— Giampaolo Colletti (@gpcolletti) June 8, 2017
Nuove professionalità, cultura digitale, connettività: alla Camera i trends del lavoro declinati da Facebook, eBay, Uber, Airbnb #wwworkers pic.twitter.com/99PVHjXoiQ
— Giampaolo Colletti (@gpcolletti) June 8, 2017
Le storie, i trend
Uno dei primi trend individuati è il rapporto uomo-macchina, che dà spazio agli automatismi che cambiano il lavoro, ottimizzando tempi e spazi del lavoratore digitalizzato. E ridefinendo processi e cultura di un’azienda oggi più connessa. Con la sua azienda Alberto Gerli, 36enne milanese di nascita e padovano d’adozione, ha brevettato un sistema di illuminazione a LED innovativo che unisce efficienza, risparmio energetico e comfort visivo. Tra le Marche e l’Abruzzo cinque ex compagni di università tra i 24 e i 27 anni hanno deciso di fare impresa puntando sull’Internet of Things. Grazie al loro sistema hardware e software ogni oggetto, dispositivo o impianto può essere monitorato, comandato e condiviso in real-time e da qualsiasi parte del mondo. Così nasce il primo estintore connesso al mondo: se la temperatura supera i 60° si attiva, generando un suono e un laser.
Digitali possono essere anche le fonderie: una rete informale composta da 16 aziende e altre 24 che collaborano in un network cloud che realizza nuove imprese e modelli di business. A proposito di affari, come non pensare al boom per la vendita online, accelerata dai social network e dalla mobile revolution? Anche quando la ricerca e la produzione sono in Italia, la vendita può essere ovunque nel mondo con i marketplace “glocali”. A soli 19 anni Maria Fidanza ha dovuto affrontare il terremoto che nel 2009 ha distrutto L’Aquila, senza risparmiare i tre negozi di arredamento di famiglia attivi da quattro generazioni. Ma non si è arresa: con sua sorella e i suoi due fratelli ha deciso di rialzarsi puntando su laquiladesign e una partnership con eBay. A Melito di Napoli i fratelli Carbonelli producono cinque diverse miscele di caffè seguendo l’antico metodo della tostatura a legna, con l’utilizzo esclusivo di legni di quercia. E per la vendita hanno deciso di puntare sull’oonline arrivando a toccare punte del 60%.
C’è chi punta su qualcosa di più immersivo, come Tryeco, famosi per la ricostruzione 3D del soffitto del tempio di Bel a Palmira distrutto dall’Isis. Il 41enne imprenditore brianzolo Filippo Berto invece ha reinventato l’azienda di famiglia trasformando il mobilificio in un laboratorio di comunicazione multimediale. Oggi i suoi divani sono video-raccontati in ogni fase. Fortissime le tendenze anche su crowdsourcing, il coworking tra imprese con storie diverse, che spesso sfocia in digital manifacturing, che a sua volta stimola aziende di software molto innovative, che usano algoritmi, machine learning, per fornire soluzioni, che in futuro saranno sempre più predittive e prescrittive.
Cambiano anche i sistemi di pagamento: Sardex, Satispay (250 mila utenti che hanno fatto download e oltre 16 mila esercenti consorziati), sono esempi noti. Diventano sempre più decisiva la ricerca dei nuovi materiali, sostenibilità nei processi, innovazione nelle tecniche di lavorazione, che connettono sviluppo ambientale e sostenibile. Qui tutti i trend e le storie raccontate.
Coraggio, interazione, opportunità
Si è parlato molto di modelli di business e di cambiamenti tecnologici, durante la giornata alla Sala Regina alla Camera. Sia gli aspetti delle tendenze tecnologiche, sia la contaminazione tra chi detiene brevetti e chi si fa forza delle idee e di brand riconosciuti a livello locale. Di questo scenario tra mondo del lavoro di oggi e quello futuribile, si nota quanto sia determinante il coraggio di questi giovani imprenditori, soprattutto considerando che spesso provengono da situazioni identiche a quelle di tantissimi giovani che non sanno cosa fare, che lamentano scarsa interazione col sistema produttivo – e anche politico, rappresentativo – dei loro territori. Questo solleva il tema delle opportunità: di formazione, di interazione, di sperimentazione. Indispensabili per creare nuova impresa e occupazione.