Daniele Minotti, avvocato penalista esperto in web e nuove tecnologie nonché blogger, ha da poco dato alle stampe elettroniche un utile pidieffetto che fa un po’ il punto giuridico sul tema nebuloso e giurisprudenzialmente in divenire dei vincoli legislativi connessi al bloggare.
Privacy e trattamento dei dati personali; i reati di ingiuria e diffamazione Vs. diritto di cronaca, critica e satira; responsabilità del blogger per i commenti ospitati sul proprio blog; citazioni Vs. questioni di diritto d’autore; la pratiche del linking, hotlinking e feed e loro ricadute legali, in relazione soprattutto agli snodi critici della diffamazione e del diritto d’autore: questi sono alcuni dei temi affrontati nel volumetto intitolato, con ironico vezzo, Il Minottino – Manuale di sopravvivenza giuridica ad uso del blogger.
Il quale Minottino è virtuosamente in libero download in questa pagina – la medesima pagina in cui siete invitati a dare feedback all’autore, e a segnalargli errori o possibili migliorie, dal momento che il testo si propone come un work in progress in continuo aggiornamento.
Avendo molto a cuore il tema del web come spazio informativo libero e critico, ho letto con interesse la parte relativa a blogging e diffamazione, visto che, com’è noto, una bella querela con risarcimento magari milionario qui da noi rimane il mezzo migliore per provare a chiudere la bocca alle voci scomode, sul web e non solo.
La lettura, purtroppo, ha confermato, pur utilmente sistematizzandole, le cose che già sapevo, ovvero: se io, pur esercitando un sacrosanto e inalienabile diritto di cronaca, satira o critica, e magari attribuendo fatti perfettamente veri e comprovati, menziono un lestofante in ampia disponibilità di danari e legulei (magari aziendali), il suddetto furfantone potrà comunque procedere a querelarmi, con sua ampia soddisfazione (perché, per dire, il mio blog potrà essere messo offline e il mio computer sequestrato per semplice “atto dovuto”) e mio grande stress (avvocati, spese legali, tempi della giustizia: posto, caso invero non infrequente per i blogger, che io non sia ricco né abbia ampie diponibilità di legulei). Poi, ovviamente, tre anni e qualche migliaio di euro dopo, in sede di giudizio certo trionferò, e il danaruto signorotto sarà condannato alla terribile pena di rimborsarmi le spese legali e di rifilarmi, se va bene, una qualche mancetta di risarcimento. Non male, no?
Io non so cosa ne pensi Minotti, ma personalmente sono assolutamente favorevole all’applicazione del comma Luttazzi:
Per la diffamazione e la calunnia le leggi ci sono già. E già che ci sono, dico che andrebbero riviste, per impedire al potente di turno di vessare con processi pretestuosi l’autore satirico che l’ha colto in flagrante. Vedrei con favore un ” comma Luttazzi ” così configurato: tu puoi anche farmi causa per 20 miliardi, ma se io vinco la causa, i venti miliardi li dai tu a me. Così la prossima volta fai meno il gradasso.