Si tratta di un discorso emerso quando Cook è diventato CEO di Apple, ma che oggi è quanto mai attuale. Perché sarà pure vero che a Cupertino lavorano alcune tra le personalità più brillanti dei nostri tempi, e che ogni singolo prodotto lanciato ha ricevuto migliaia di contributi eterogenei, ma è anche vero che le tre peculiarità proprie di Steve Jobs saranno estremamente difficili da rimpiazzare.
Prima ancora che visionario, Steve Jobs conosceva nel dettaglio l’arte della vendita e tutti i trucchi del mestiere. Basti pensare al cosiddetto “Campo di distorsione della realtà” che, si dice, gli aleggiasse attorno. Un campo di forza generato dal peso specifico della personalità di Jobs e in grado di convincere chiunque gli stia attorno di qualunque cosa; anche che quel nuovo prodotto che tiene in mano sul palco è un originale concentrato di tecnologia, così perfetto che niente potrà sostituirlo per anni a venire.
Una convinzione che nasce non tanto dalle esigenze momentanee dell’utenza ma sulla scommessa di quelle future. Laddove infatti altre società conducono sondaggi e chiedono in prima persona agli acquirenti cosa comprerebbero, Apple ha sempre tentato di intuire i cambiamenti prima che si verificassero; ha, in altre parole, cercato di cogliere le rivoluzioni del mondo dell’informatica un attimo prima che giungessero, e questo le ha dato un invidiabile vantaggio: ovvero la possibilità di ispirare quel momento di cambiamento con le proprie idee e – soprattutto – coi propri prodotti. E qui arriviamo alla terza, ultima caratteristica di Jobs, ovvero la smania per la perfezione.
Un atteggiamento che aveva come unico effetto quello di spronare i suoi collaboratori a dare il meglio possibile cui si potesse aspirare in un dato momento. Parliamo di quel perfezionismo che quasi gli costò la carriera, quando le vendite del Mac calarono e fu buttato fuori dalla società che aveva contribuito a creare nel 1985. E per ironia della sorte, è anche quella ricerca della perfezione che lo ha riportato in vetta e che ha costituito la Apple florida che conosciamo oggi.
“L’uomo ragionevole si adatta al mondo” osservava George Bernard Shaw.
“L’uomo irragionevole invece persiste nel tentativo di adattare il mondo a se stesso. Per cui, si può affermare che tutto il progresso del mondo dipenda dagli uomini irragionevoli.”