Le associazioni dei consumatori scendono in campo per chiedere al Presidente del Consiglio Mario Monti un impegno personale al fine del recepimento immediato della Direttiva Comunitaria 83/11 in materia di contratti a distanza. Una moltitudine di sigle ha posto la propria firma in calce alla lettera pubblica inviata a Monti, cercando così di creare forte eco attorno ad un intervento considerato primario per una corretta crescita del mercato.
Questo l’incipit della missiva:
Le Associazioni dei consumatori chiedono con fermezza al Presidente del Consiglio dei Ministri l’immediato recepimento della Direttiva Comunitaria n. 83/11 in materia di contratti a distanza e fuori dai locali commerciali, che costituisce una base indispensabile per arginare il dilagante fenomeno della vendita di beni e servizi non richiesti oppure difformi da quanto inizialmente proposto.
Da sempre, a seguito degli elevatissimi reclami pervenuti, le Associazioni dei consumatori denunciano tali pratiche scorrette che, il più delle volte, si rivelano vere e proprie trappole per i consumatori dalle quali risulta difficile uscire se non con ingenti esborsi di denaro e che, purtroppo, anche il Registro delle Opposizioni non riesce a ridurre a causa di una normativa incompleta che ne determina l’inefficienza.
La lettera (controfirmata da Adoc, Adiconsum, Altroconsumo, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) chiede che si faccia un deciso passo avanti per limitare l’abuso delle vendite via telefono, via Internet e nel porta a porta, regolamentando in modo più preciso il rapporto tra acquirente e venditore soprattutto nell’era dei nuovi strumenti della comunicazione e delle conseguenti nuove dinamiche di incontro tra domanda ed offerta. Un mercato più trasparente e sicuro è un mercato che ha maggiori potenzialità di crescita, poiché consente agli utenti di abbassare le proprie resistenze e di aprirsi con maggior fiducia alle offerte in arrivo.
Continua la lettera:
Aspettare l’ultima data utile prevista per il recepimento della Direttiva, ovvero il lontano dicembre 2013, sarebbe deleterio, perché si permetterebbe di protrarre la pericolosa tendenza, già in atto da parte delle singole Autorità Indipendenti, di approvare discipline differenziate per ciascun settore produttivo, di fatto riducendo le garanzie per i consumatori previste dal Codice del consumo e ritardando, ingiustificatamente, le maggiori tutele previste dalla Direttiva europea.
Le Associazioni dei Consumatori rimangono favorevoli ad uno sviluppo dinamico del mercato e della concorrenza reso possibile dalle nuove tecnologie digitali ma rivendicano contestualmente regole certe e ben comunicate, come peraltro è richiesto dall’Agenda Digitale. In tal senso il recepimento delle disposizioni della Direttiva 83/2011 inerenti l’informativa precontrattuale soprattutto su tempi di consegna, costi accessori, diritto di recesso, costi supplementari, garanzie post vendita, eventuali esclusioni, avrebbe il pregio di riportare, anche nell’ambito della società dell’informazione, garanzie e tutele adeguate per i consumatori che ne rafforzerebbero la fiducia.
Nei prossimi giorni partiranno una serie di nuove iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche, che hanno un’incidenza concreta sulla vita quotidiana dei cittadini ed in particolare degli anziani e dei soggetti più deboli, sottoposti ad esborsi ingiustificati ed al pericolo di interruzione delle forniture.