Le azioni Microsoft sono destinate ad essere un peso morto per gli azionisti ancora per tempo. Il giudizio giunge da Barron’s, secondo cui il valore delle azioni è destinato a rimanere sostanzialmente immutato ancora per mesi sulla scia del prolungarsi dei contatti con Yahoo. Il giudizio Barron’s, però, non è semplicemente negativo. Anzi.
Barron’s intende non dare un giudizio sull’azienda, ma dare un consiglio agli azionisti: chi vuole comprare mediti sul fatto che il valore odierno delle azioni è in qualche modo drogato (al ribasso) dal peso dell’offerta a Yahoo. Sebbene le parti abbiano negato ogni possibile accordo in merito, ancora i contatti sono attivi e non si sa in cosa potrebbe sfociare un eventuale cambio di rotta di Jerry Yang. Per questo motivo vige ancora la possibilità che le casse Microsoft debbano aprirsi e nessuno sa ad oggi quantificare il possibile salasso conseguente.
Barron’s nota come l’ultima chiusura sotto quota 29 dollari significhi un moltiplicatore di 13.2 rispetto alle entrate previste per il 2009, il che significa una sostanziale sottostima rispetto ad esempio ad un gruppo come Oracle (moltiplicatore 15.3 nonostante un andamento di crescita del tutto similare). Microsoft prevede di quadruplicare le entrate, ma nonostante ciò il titolo non riesce a volare: di qui il giudizio di “denaro morto” con cui le azioni vengono fotografate ad oggi.
Bill Gates, che meglio di ogni altro conosce l’azienda, ha colto l’occasione anticipando Barron’s e vendendo in settimana parte della propria quota nel gruppo (tendenza più volte ripetuta negli ultimi mesi). MSFT ha toccato il suo ultimo picco lo scorso dicembre sopra quota 36 dollari, per poi scendere fino ai 28 attuali (-20% circa da inizio anno ad oggi). Secondo Barron’s difficilmente la quotazione può scendere oltre, perchè il valore sarebbe eccessivamente sottostimato rispetto a quello che è l’andamento globale del gruppo (con sentimenti contrastati tra i dubbi di Vista e l’eccitazione del comparto Xbox).
Il portafoglio è aperto e, fintanto che rimarrà così, la tesi è una sola: il titolo non può recuperare terreno. Ballmer ha fatto sapere che, se nulla dovesse accadere con Yahoo, ci sono quasi 50 miliardi pronti ad essere spesi in acquisizioni e iniziative varie (la maggior parte delle quali rivolte all’inseguimento di Google).