In questo caldo mese di luglio il CERN di Ginevra non verrà ricordato solamente per la scoperta del bosone di Higgs, ma anche per una ricorrenza ben più frivola, ma non per questo meno importante: Les Horribles Cernettes. Di che cosa si tratta? Si sta parlando di un gruppo di cabarettiste di stanza al CERN all’inizio degli anni ’90, famose per il loro sapiente mix di ironia e scienza. Per quale motivo, tuttavia, queste quattro giovani dovrebbero passare alla storia?
Non è di certo per le loro doti di intrattenimento, bensì perché una loro immagine è stata la prima fotografia mai diffusa sul Web. Il 18 di luglio si festeggeranno i 20 anni dall’invio per via telematica dello scatto. Questo scatto:
Tutto merito di Silvano De Gennaro, fotografo improvvisato e IT developer al CERN, che un giorno decise di accompagnare il fondatore del World Wide Web Tim Berners-Lee a uno spettacolo delle Horribles Cernettes, il gruppo di cabaret formato da fidanzate e amiche dei lavoratori del CERN. Il genio dell’informatica ne rimase così estasiato che decise di utilizzarle per i primi esperimenti della Rete.
Il file originale, così come ironicamente sottolinea Motherboard, oggi sarebbe nient’altro che uno dei tanti Photoshop Disaster che invadono i social network e i siti dedicati ai meme. Venti anni fa, invece, era una vera e propria rivoluzione: non solo per l’editing basico sulle immagini – si pensi a quanto possa essere stato difficile scontornare le sagome delle quattro giovani nel 1992, quando ancora oggi si tratta di un’operazione riservata a mani sufficientemente esperte – ma soprattutto per aver tratteggiato il percorso del Web fino a farlo diventare una realtà così permeante come quella odierna.
Lo scatto, effettuato con una reflex analogica Canon EOS 650, venne digitalizzato in formato GIF ed editato con un Mac. Perché, tuttavia, per il primo inoltro in Rete non si è scelta una fotografia istituzionale oppure un segnaposto? La risposta è altrettanto rivoluzionaria. Per raggiungere il proprio scopo, pare che Tim Berners-Lee abbia lottato strenuamente per convincere il CERN ad andare oltre ai propri network interni, collegandosi così alle prime e sparute Reti internazionali. Ottenuta l’autorizzazione, si è optato per qualcosa di simpatico e ironico per sottolineare quello che, a tutti gli effetti, era un punto di rottura con la storia sobria e forse noiosa del CERN. A svelarlo è Jean-François Goff, il programmatore che aiutò Berners-Lee in questa impresa:
Per riuscire a convincere il management della necessità di connettere il CERN a Internet e non solo a network proprietari, abbiamo dovuto lottare per dimostrarne l’utilità. È per questo che abbiamo sempre caricato materiale serio. È stata quindi una sorta di rivoluzione: “Ora usiamolo per qualcosa di divertente”.
Chi l’avrebbe mai detto che un gruppo che mai ha scalato le classifiche, e probabilmente non è andato molto oltre al limitato circondario del CERN, sarebbe stato così fondamentale per la storia dell’uomo. E chissà che la loro hit Collider, un prontuario sulla gelosia fra fidanzati scienziati, non diventi un tormentone contemporaneo.
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