Le false promesse dell'UMTS

Le promesse fatte dai produttori dei telefonini di terza generazione iniziano a mostrare il loro aspetto meno confortante. L'UMTS soffre sia in Asia sia in Europa e in molti sono costretti a rimandare l'inizio della commercializzazione.
Le false promesse dell'UMTS
Le promesse fatte dai produttori dei telefonini di terza generazione iniziano a mostrare il loro aspetto meno confortante. L'UMTS soffre sia in Asia sia in Europa e in molti sono costretti a rimandare l'inizio della commercializzazione.

Era la moda di qualche mese fa. L’UMTS, il telefonino di terza generazione, era pronto a portare nelle nostre tasche tutto il mondo digitale: foto, video, musica. Insomma, era l’internet miniaturizzato. In molti si sono buttati nelle previsioni preconizzando lo sviluppo dell’m-commerce (mobile commerce, o commercio basato su sistemi digitali portatili). Una manna per gli uomini di marketing: ogni persona sarebbe diventata una consumatrice 24 ore su 24, 7 giorni su 7, grazie al telefonino che, messo comodamente in tasca, la avrebbe seguita dovunque.



Ma c’è dell’altro. I telefonini di terza generazione, UMTS appunto, si basano una connessione always on: una volta acceso il terminale è già connesso alla rete e la tariffazione si basa sulla quantità di dati scaricati dalla rete e non sul tempo di occupazione della banda. Essere connesso permanentemente alla rete significa anche essere permanentemente rintracciabile attraverso le normali tecniche di tracciamento ampiamente disponibili ai provider. Pensate che gioia: chiunque potrà sapere in qualunque momento dove si trovi quel particolare telefonino e dunque il suo proprietario. Anche questa una manna per chi crede che il digitale sia soprattutto commercio: già si intuiva come poter sfruttare la nuova tecnologia mandando i messaggi pubblicitari personalizzati conoscendo addirittura la posizione della persona. Passando davanti ad un ristorante cinese ci potrà arrivare un messaggio con la pubblicità di quel particolare ristorante cinese.



Insomma, si prospettava un panorama roseo, senza parlare delle grandi possibilità per le compagnie telefoniche (cui dedicammo un editoriale).



Nelle ultime settimane questa visione ha ricevute due scossoni proprio da quello che era considerato il cuore della tecnologia 3G, il Giappone della NTT DoCoMo. Un’azienda sana, con oltre 23 milioni di abbonati per i servizi wireless ad alto valore aggiunto (dunque non solo telefonia), con larghe prospettive di crescita. Insomma, un esempio a livello mondiale.



Bene, la NTT DoCoMo aveva promesso entro Maggio, con interviste sparse nei maggiori quotidiani europei, la futura commercializzazione del servizio 3G compatibile UMTS chiamato FoMa: Freedom Of Mobile-multimedia Access. Il tutto, si sa, è stato rinviato a data da destinarsi per molti problemi, sia tecnici che amministrativi. La sperimentazione invece continua: di qualche giorno fa è tuttavia la notizia che il lancio “di prova” dei videofonini marchiati DoCoMo, previsto per Mercoledì 30 maggio, sarà posticipato a Giugno a causa di alcuni problemi nel software di gestione. I terminali avrebbero dovuto permettere, attraverso speciali telecamere, una comunicazione “visuale” oltre che “vocale”.



E in Europa?. L’unica compagnia che sembra poter affrontare, se arriverà, la concorrenza con DoCoMo è British Telecom, ma anch’essa è stata risucchiata dal vortice delle facili promesse: il servizio UMTS sarà posticipato all’estate.

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