Le frontiere del digitale passano per la banda larga, si spera

Le frontiere del digitale passano per la banda larga, si spera

Al convegno intitolato “Innovatori della Conoscenza o Mercanti di Bugie?” (che si è tenuto ieri al cinema Adriano di Roma), organizzato per il secondo anno dal vicepresidente della Commissione trasporti e telecomunicazioni Luca Barbareschi, e dedicato al futuro del digitale e ai suoi contenuti (“Liquidi, mobili, veloci”) nel Terzo Millennio, si è ampiamente discusso della banda larga, quasi fosse l’argomento principale del workshop.

I punti infatti su cui tutti, fra noti rappresentanti (nonché rivali) di network, telefonie e piattaforme satellitari, si sono trovati d’accordo sono stati l’importanza imprescindibile della banda larga e il suo urgente potenziamento. Gubitosi di Wind ha espresso rammarico per la fase di stallo ma ha anche individuato (insieme con Berretta di Eutelsat) una forte responsabilità nella scuola e nella necessità di un vero piano condiviso.

Addirittura il presidente Agcom Corrado Calabrò si è paragonato a “Giovanni Battista intento a predicare nel deserto”. “Ripetevo (ha dichiarato il presidente) che il futuro è nella banda larga, anzi nell’ultra banda, ma ci sono voluti anni perché qualcuno mi ascoltasse. Tutti la invocano, ma nessuno è disposto a metterci i soldi”.

“Spero di vederla realizzata entro due anni e mezzo, cioè prima della fine del mio mandato”, ha aggiunto Calabrò che poi si è lasciato andare anche ad una poetica citazione ricordando come l'”immaginazione valga anche più della conoscenza” (Baudelaire). Battuta condivisa anche da Einstein. L’immaginazione è la migliore scienza. Crea il futuro. Non resta che immaginarcelo allora, almeno per adesso…

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