Le relazioni dell’AGCOM sono sempre illuminanti. Sono intrise di grandi verità, lanciano descrizioni del mondo dei media che spiazzano, mettono di fronte alla realtà e rendono con grande evidenza quali siano le distorsioni del sistema italiano. Peccato poi l’authority non intervenga mai sui problemi cruciali, non incida mai negli snodi decisionali, non sia mai presente quando realmente occorre qualcuno che ponga un freno a taluni fenomeni in grado di soffocare il mercato nostrano.
Tanto vale, però, appuntarsi quel che di interessante la relazione propone:
Nonostante il proliferare dei nuovi mezzi di comunicazione, la campagna elettorale si fa ancora quasi interamente in televisione. E’ la televisione a dettare i tempi e le modalità del dibattito politico
la principale fonte di informazioni per i cittadini rimane, al momento, la televisione. Tuttavia, aggregatori di contenuti video offerti dagli utenti o siti di social networking (come YouTube o Facebook), convivono accanto ai grandi players fornitori di contenuti tradizionali e ai produttori di nuovi generi. La multimedialità è il comportamento emergente tra i giovani: l?uso dei vecchi media (radio, televisione) si integra con quello dei nuovi media (Internet, pay-tv, videofonino, lettori mp3). I ragazzi si appropriano di contenuti audiovisivi in tutte le ore. Gli adulti, in genere, sono ancora legati a orari e eventi standardizzati
Nella relazione c’è anche molto di più. E son parole preoccupate. E preoccupanti.