Possiamo affermare adesso con certezza che la via che porterà alla realizzazione delle NGN sarà davvero travagliata. Chi ha seguito nel corso dei mesi l’evolversi della vicenda, sa che sostanzialmente eravamo rimasti con l’intenzione di creare una società mista pubblico privata per la realizzazione delle prime reti in fibra ottica, società voluta fortemente dal Ministro Paolo Romani che faticosamente era riuscito a tenere in piedi un tavolo di discussione molto caldo.
Tuttavia oggi questo tavolo è completamente salato e così pure l’accordo per la realizzazione di questa fantomatica società a capitale misto. I provider infatti si starebbero accordando per lasciare a Metroweb la realizzazione delle nuove reti.
Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire. Metroweb, recentemente acquisita dal fondo F2I, è una società privata che a suo tempo si occupò di cablare in fibra ottica la città di Milano. Ma perché Metroweb? La motivazioni addotte sarebbero le seguenti. In primo luogo dopo la conclusione dell’asta per le frequenze della telefonia mobile, i soldi i cassa non sarebbero più molti e la società mista proposta dal Ministero prevedeva investimenti anche in zone a fallimento di mercato dove quindi era impossibile rientrare in tempi brevi dell’investimento fatto.
Inoltre a molti non andava giù che lo Stato potesse in qualche modo possedere una quota significativa della nuova rete, perché tutti hanno ancora bene presente le dubbie passate gestioni pubbliche di molte aziende. Per questi motivi si sarebbe scelto di aderire al progetto che sia Metroweb a realizzare la nuova rete. Si partirebbe dunque ancora da Milano dove verrebbe portata la fibra a 750.000 appartamenti per poi estendere la rete in altre zone scelte però tra quelle più vantaggiose economicamente.
Nelle aree più disagiate si utilizzerebbe invece l’LTE che dovrebbe in qualche modo sopperire alla banda larga classica. Una soluzione però quest’ultima che non piace molto all’AGCOM che ha più volte ribadito che l’LTE non potrà mai sostituire l’adsl classica.
Tornando a Metroweb, a questo progetto ha aderito subito Telecom Italia, da sempre sofferente alle proposte del Ministro Romani. Anche Vodafone sarebbe possibilista, a patto che vengano messe nero su bianco alcune regole ben precise:
- Che si inizi a cablare le aree dove c’è richiesta di banda larghissima e le zone industriali;
- Programmare un graduale passaggio dal rame alla fibra;
- Che la rete sia davvero aperta a tutti gli operatori senza trucchetti di sorta.
Curiosamente il progetto di Metroweb avrebbe riscosso anche il consenso della Cassa Depositi e Prestiti che come noto è statale, segno che il progetto del Ministro Romani è stato del tutto bocciato.
Si aspettano ora le risposte degli altri soggetti che avevano partecipato al tavolo Romani, ma visto il cauto consenso generale è molto probabile che alla fine sia questa la strada che seguiremo in Italia.