Tante novità in ambito memoria da parte di Intel. Dietro il codice Barlow Pass si rivela la memoria persistente Intel Optane DC di seconda generazione, che pare colmare il divario tra SSD e memoria basata su RAM, offrendo velocità più elevate rispetto alla prima, ma non così esigente come la seconda, quando viene utilizzata come parte in-memory.
Alder Stream è invece il nome in codice degli SSD Optane di nuova generazione, che offrono prestazioni migliorate del 50% rispetto all’unità Optane P4800X di prima venuta. Questo grazie a un nuovo controller, con capacità maggiore e meno latenza. Per quanto riguarda l’SSD 3D Nand, questo dovrebbe previsto che arrivi quest’anno in una versione a 96 strati, con un modello a 144 strati per il 2020; entrambi saranno destinati all’uso dei data center, quindi niente PC desktop.
«Le grandi quantità di dati generati dalle macchine richiedono un’analisi in tempo reale per renderli davvero preziosi. Questa esigenza ha esposto lacune nella memoria gerarchia di archiviazione: la DRAM non è abbastanza grande e gli SSD non sono abbastanza veloci» ha spiegato la compagnia.
La tecnologia Intel Optane connessa tramite interfacce di archiviazione colma il divario. Inoltre, le unità a disco rigido non sono sempre abbastanza veloci per il calcolo incentrato sui dati: ed è qui che entra in gioco la combinazione di tecnologia Intel Optane più QLC Nand. Sebbene tutta questa tecnologia sia incentrata sui data center, esiste la possibilità che i guadagni in memoria possano eventualmente arrivare nel mondo dei PC, magari iniziando con SSD Optane più veloci per desktop e finendo con chip basati su Optane, per migliorare l’archiviazione e le prestazioni di laptop e dispositivi ibridi 2-in-1. Quando e come avverrà non è dato saperlo.