Le pari opportunità nel mondo del lavoro: in Italia esistono veramente?

Le pari opportunità nel mondo del lavoro: in Italia esistono veramente?

Per riassumere la situazione della donna nel mondo del lavoro basterebbe, senza però generalizzare, la frase di Charlotte Witton, personaggio politico canadese di alcuni anni fa che diceva:

Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà: per fortuna non è difficile.

Già, perché nonostante enormi passi siano stati fatti per quanto riguarda l’emancipazione della donna, grazie alla concessione di ampi spazi in ambienti considerati in passato tipicamente maschili, pare che ancora vi sia una specie di “ostracismo” di fondo per cui le donne sono obbligate a fare più del dovuto per ottenere i giusti riconoscimenti, come se dovessero dimostrare sempre qualcosa.

Una situazione che sembra ancora più forte in Italia, dove ancora mancano alcuni strumenti sociali che favoriscano il lavoro delle donne/mamme, così come vige una certa disparità di trattamento economico e di riconoscimento gerarchico in ambito lavorativo tra donne ed esponenti del “sesso forte”.

Non a caso i dati del World Economic Forum 2008 ci danno al 67 posto su 130 paesi nella classifica che vede ordinati i paesi più “virtuosi” relativamente alle pari opportunità, una posizione che testimonia la difficoltà delle donne per inserirsi in settori lavorativi o politici di rilievo.

Un impegno e un sostegno vero per le donne che vogliono inserirsi nel mondo lavorativo viene dalle istituzioni: precisamente è il Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio che sta cercando di seguire e di guidare tutte le donne che hanno intenzione di avviare un’attività imprenditoriale.

Dal lato privato restano validissime le iniziative come quella di Microsoft e Acer, chiamata “Futuro@lfemminile” che ha l’obiettivo di formare la professionalità femminile con l’utilizzo di tutti gli strumenti della moderna tecnologia.

Sembra quindi che qualcuno, anche ad alti livelli, sia intenzionato a migliorare la situazione: la speranza è che queste non restino delle iniziative isolate e che soprattutto le donne non siano costrette, al di là delle belle parole, a scontrarsi con una realtà lavorativa ingiustificatamente “ardua” per loro.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti