Lo skill shortage (la mancanza di conoscenze necessarie), si riduce, almeno nel mercato dell’ICT, dove l’esplosione di Internet sembra non piegarsi alla crisi che attanaglia il globo. E così, se nel 2001 la Federcomin (la Federazione delle imprese delle comunicazioni e dell’informatica) stimava per il 2002 in 215.000 i posti di lavoro all’interno dell’ICT non occupati, a causa dello skill shortage, i posti si sono ridotti nel 2008 a 21.000 per il successivo quinquennio.
Le figure dell’info broker, del community manager, del Web trainer e dell’infosecurity manager, legate al mondo della rete, che moltiplica di 6-7 milioni le pagine giornaliere, vedono aumentarsi le opportunità di lavoro.
In relazione ai social network, ad esempio, il community manager è tra i profili professionali più gettonati: animatore di piazze virtuali, asseconda gli umori, i gusti e le tendenze del popolo della rete. Dotato di background umanistico, conosce anche la psicologia umana.
Invece, colui che contribuisce al fatturato, è il Web advertiser, vero responsabile della campagne pubblicitarie effettuate via Internet. Pare essere ricercatissimo dalle aziende, dalle società di consulenza per la comunicazione multimediale e dalla concessionarie pubblicitarie.
Dagli USA arriva la figura del Web Trainer che sembra destinata a crescere anche in Italia. L’insegnante in rete organizza un corso, scegli i contenuti da condividere attraverso gli strumenti di apprendimento collettivo.
L’Infobroker cerca e trova in rete dati e informazioni economiche, preziose per le aziende che intendono introdursi in altri mercati o analizzare la concorrenza. Anche l’infobroker ha una formazione umanistica, è un genio nell’utilizzo dei motori di ricerca e comprende molto bene le dinamiche economiche. Di questi tempi non può mancare l’infosecurity manager, cioè l’esperto in sicurezza informatica, a cui è richiesta una solida preparazione sui sistemi informativi, sulle protezioni e sugli antivirus che spezzano i server più difficili da penetrare.