Il presidente americano Bush sintetizza, in una affermazione, i cinque obiettivi prioritari del meeting dei Grandi 20 del mondo:
individuare le cause della crisi, determinare l’effettiva efficacia delle decisioni prese fino ad ora, identificare i principi per riformare il sistema finanziario e di regolamentazione, lanciare un piano di azione per migliorare questi principi e riaffermare la convinzione che i principi del libero mercato rappresentano la via più sicura per una prosperità di lungo periodo.
In effetti, dal meeting, che si è tenuto in un clima di ottimismo, più che proposte concrete si è ottenuta una deadline (il 31 marzo) entro la quale bisogna trovare una strategia comune ai problemi prioritari e mettere sul tavolo iniziative praticabili.
Interessante l’idea della collaborazione tra i vari paesi per monitorare i mercati e introdurre meccanismi di “early warning” e molto interessante l’impegno da parte dei diversi leader di lavorare per riformare il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, in modo da dare più voce in capitolo alle economie emergenti.
Tuttavia, come afferma la bozza del meeting:
C’è bisogno di lavorare ancora per stabilizzare i mercati e sostenere la crescita economica.
Dietro questo cauto ottimismo e intenti positivi, “Mario Draghi”, lancia un avvertimento:
Il rallentamento maggiore dell’economia reale deve ancora venire.
Resta dunque da vedere come in questi mesi, e in vista delle deadline, i diversi governi lavoreranno per trovare davvero uno sbocco concreto alla crisi. Ci saranno altri meeting del G20.
Intanto molti paesi sono già in recessione tecnica…