Le radio in rete potrebbe resuscitare

Una nuova compagnia ha cominciato ad offrire un servizio di community (a pagamento o supportato da advertising) che consente l'uso senza limiti di musica delle 4 principali etichette per fare i propri palinsesti radio liberamente ascoltabili
Le radio in rete potrebbe resuscitare
Una nuova compagnia ha cominciato ad offrire un servizio di community (a pagamento o supportato da advertising) che consente l'uso senza limiti di musica delle 4 principali etichette per fare i propri palinsesti radio liberamente ascoltabili

Sembra che dopo la grande bufera passata dalle radio online a causa dell’improvviso innalzamento delle tariffe che spetta loro pagare per i diritti della musica che trasmettono, ora comincino ad arrivare idee nuove nel campo. È il caso di MusicMakesFriends.com e del suo modo di aggirare il problema.

Si tratta di un sito/community attivo in Europa che riunisce già tutte le principali etichette musicali, le quali hanno acconsentito a mettere a disposizione il loro intero catalogo e che, a fronte di un sistema di tariffazione sia basic (gratis) che premium (a sottoscrizione) dà la possibilità ai propri utenti di ascoltare programmi radiofonici creati da altri utenti di MusicMakesFriends. In tali programmi sarà possibile usare liberamente le 1,5 milioni di tracce che le major hanno dato in concessione e pronte per l’uso anche on demand (ma solo per l’utenza premium).

Alle 4 major poi si devono aggiungere anche oltre 9.000 etichette indipendenti felici di mettere a disposizione la propria musica, per arrivare ad un totale che il sito sbandiera come pari all’80% della musica sul mercato in Europa. L’abbonamento premium costa 9 euro/mese e offre anche 20GB di spazio per la musica della propria radio.

Il servizio è già attivo ma non ancora in tutti i paesi del continente. Per il momento l’opzione premium è pronta solo per Regno Unito, Autstria, Belgio, Irlanda, Germania, Francia, Lussemburgo, Spagna e Svizzera. L’obiettivo di MusicMakesFriends comunque non sembra quello di fare concorrenza ai music store ma anzi di diventare il più grande rivenditore di licenze musicali per la trasmissione in streaming.

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