Il Piano Lamy proposto dalla Commissione Europea per la ripartizione delle frequenze per la banda larga mobile sembra non essere troppo gradito alle Telco che invece chiedono una maggiore accelerazione nell’armonizzazione delle frequenze ed in particolare del lotto pregiato da 700 MHz. Secondo GSMA, l’associazione che rappresenta gli interessi degli operatori di telefonia mobile in tutto il mondo, l’iniziativa dell’Unione Europea nel voler affrontare il tema delle ripartizioni delle frequenze è positivo, tuttavia è necessario accelerare i lavori se si vuole colmare il GAP con il Nord America e l’Asia che oggi sono molto avanti nei servizi di rete.
GSMA sottolinea infatti come sia necessario agire rapidamente per arrivare a rendere disponibile lo spettro di frequenze da 700 MHz tra il 2018 e il 2020 se non prima, questo per venire incontro all’esponenziale crescita di traffico mobile e alle richieste degli utenti che oggi si affidano sempre di più ad internet per accedere alle notizie e a tutti i contenuti di intrattenimento. Partendo da questi presupposti, la GSMA fa delle richieste esplicite alla Commissione Europea. L’associazione chiede innanzitutto un tempestivo riesame dell’uso della banda sotto i 700 MHz entro e non oltre il 2020, invece del 2025, al fine di garantire che l’Europa possa rispondere ai mercati di telefonia mobile e dei media in rapida evoluzione.
GSMA chiede inoltre che i carrier mobili e i broadcaster possano condividere lo spettro di frequenze a partire dal 2015. Il Piano Lamy, si ricorda, è strutturato sostanzialmente in 3 punti. Il primo prevede l’uso delle frequenze da 700 MHz, oggi usato per le trasmissioni televisive, anche per la banda larga mobile entro il 2020, stabilità delle norme per il digitale terrestre sotto i 700 MHz sino al 2030 e una revisione delle regole dell’Unione Europea nel 2025 per valutare i progressi dello sviluppo tecnologico.