In questo periodo si parla spesso di switch-off, della digitalizzazione del Paese che abbraccia più piattaforme e che vede protagonisti tutti quanti a vari livelli, dalle Pubbliche Amministrazioni agli stessi operatori televisivi fino agli utenti, i quali saranno alla fine quelli che “subiranno” maggiormente i cambiamenti dovuti al digitale, dato che cambierà, più o meno profondamente, il loro modo di vedere la TV.
Tuttavia, se è ben chiaro il ruolo dei grandi broadcaster come Rai, Mediaset e TIMB, lo stesso non si può dire per le centinaia di emittenti locali presenti qua e là sul territorio. Soprattutto quelle più “piccole”, in effetti, potrebbero essere messe in difficoltà dall’obbligo di passare al digitale, dati i vari costi, per gli operatori, che esso comporta.
Almeno in parte, a questo problema potrebbe ovviare l’organizzazione Aeranti-Corallo, nata proprio per riunire le emittenti locali in un organismo comune con interessi condivisi, ma resta sempre da vedere come, e se, saranno rappresentate tutte le piccole “realtà” dell’etere televisivo nazionale.
Ovvero quelle emittenti locali che “servono” piccole aree, di solito cittadine o dell’hinterland, e che potrebbero non avere le risorse economiche necessarie per convertire i propri impianti per la trasmissione in digitale o per permettersi l’affitto di “banda” sul satellite. Piccole realtà che quindi rischiano di essere “tagliate fuori” dalla televisione digitale e di cui, forse, si parla poco quando si discute di switch-off. È per questo che ci si chiede: quale sarà il destino di queste TV “nell’era digitale”?
La risposta non è semplice, ma va notato come molte di queste emittenti, già da ora, si siano “aperte” al Web, alcune hanno “costruito” un proprio canale su YouTube, in cui vengono caricati i video con il meglio della programmazione auto-prodotta, altre invece si sono trasformate in vere e proprie Web TV che trasmettono integralmente i loro palinsesti in “simulcast” tra il Web e l’etere.
Sarà quindi il Web la piattaforma che permetterà a queste piccole TV di continuare nel loro progetto? Forse per alcune sarà l’opzione più economica e praticabile, anche perché, nel frattempo, sembra che gli utenti vadano acquistando “consapevolezza” delle potenzialità di Internet come piattaforma per l’intrattenimento televisivo. I giochi sono aperti insomma…