Continua il dibattito in rete circa la proposta di legge avanzata nei giorni scorsi dall’on. Gabriella Carlucci, con l’intento dichiarato di contrastare il fenomeno della pedopornografia su Internet.
Il testo, criticato e giudicato da più parti inadatto a risolvere il problema, considerate le attuali dinamiche del Web, è anche oggetto di una polemica riguardante le proprietà dei file pubblicati in rete e contenenti per intero la proposta di legge.
Il documento risulta infatti essere stato generato da una copia di Microsft Word, concessa in licenza a Davide Rossi, presidente di Univideo (Unione Italiana Editoria Audiovisiva).
Tale scoperta, ha dato adito all’ipotesi che in realtà il tutto si possa ricondurre ad una manovra per inasprire metodi di controllo e pene per coloro che violino le normative sullo scambio del materiale protetto da diritti d’autore.
Sulla questione è intervenuta la diretta interessata, rispondendo agli attacchi con una email pubblicata per intero sulle pagine di Webnews, nella quale spiega perché il file “incriminato” riportasse il presidente di Univideo come autore.
Lo stesso Davide Rossi ha confermato le parole dell’esponente del PDL, raccontando di aver scritto inizialmente il testo di proprio pugno in seguito ad un incontro organizzato da AssoDigitale e di averlo solo in un secondo momento passato al team della parlamentare che, con tutta probabilità, vi ha apportato variazioni senza che venissero modificate le proprietà del file.