Ha fatto e sta facendo ancora discutere la legge Levi, la normativa approvata qualche giorno fa con voto bi-partizan che si propone di uniformare i prezzi di vendita dei libri, compresi anche quelli elettronici (eBook), fissando un tetto massimo del 15% agli sconti praticabili dalle librerie, con l’obiettivo di arginare in qualche modo l’impatto sul mercato che potrebbero avere colossi del commercio online come Amazon tra i tanti, che fa delle vendite di eBook uno dei capisaldi della propria offerta.
La legge avrà comunque l’effetto, assolutamente dannoso per il consumatore e per la diffusione della cultura, di rendere di fatto meno agevole e più costoso l’accesso alla lettura, andando così a tutelare esclusivamente gli interessi dei grandi nomi dell’editoria cartacea ma con il rischio di danneggiare un mercato che in Italia non è certo tra i più floridi.
Questa situazione ha quindi dato il via a una serie di proteste messe in atto da quanti si sono schierati da subito contro la normativa. Il fronte dei “no” ha raccolto già mille firme in soli cinque giorni grazie a una petizione promossa via Web, mentre l’editore Mario Guaraldi si è dimesso dall’Aie (Associazione degli editori italiani) in polemica con la strada presa dal presidente dell’associazione Marco Polillo, che è stato da subito uno dei più convinti sostenitori della bontà della legge.
Per quanto riguarda Amazon, il colosso del commercio elettronico ha comunicato di aver indetto per oggi una conferenza stampa a Milano, dove si parlerà proprio della contestate legge Levi, annunciando comunque che la sua approvazione non avrà ripercussioni sui piani di sviluppo del gruppo in Italia, dove sarà aperto un centro di distribuzione e dove proseguiranno gli sconti per tutto il mese di agosto, cioè tutto il tempo a disposizione prima che il provvedimento entri in vigore il 1 settembre.