Leica Q, la recensione della più lussuosa delle compatte

Ho messo alla prova la compatta full frame di lusso Leica Q
Leica Q, la recensione della più lussuosa delle compatte
Ho messo alla prova la compatta full frame di lusso Leica Q

Certo, definirla una compatta fa un po’ sorridere. Dimensioni e peso sono alla pari di una reflex. Però rispetta la definizione di compatta, ovvero si è scelto di usare un’ottica fissa proprio per ridurre dimensioni e peso. Ma l’ottica fissa è un Leica Summilux 1:1.7/28 Asph., abbinata ad un sensore full frame da 24 Megapixels.

Quindi non c’è dubbio che la Leica Q si possa definire la più lussuosa delle compatte. Ma è solo lusso oppure c’è davvero della sostanza? Secondo me sì, e pure parecchia. Ma procediamo con ordine, iniziando con le prime impressioni.

Prime impressioni

Appena presa in mano l’effetto “wow” è assicurato. Alluminio, magnesio, pelle, sono materiali che si fanno apprezzare, anche se l’insieme come dicevo è tutt’altro che piccolo e leggero. Ma l’impugnatura rimane comoda e salda, grazie anche al bell’incavo dedicato al pollice. Peccato che a fotocamera spenta se si agita il corpo si sente qualcosa che si muove, forse il gruppo ottico dedicato alla stabilizzazione OIS. Mi ha anche poco convinto la scelta di usare un paraluce a vite. È realizzato in metallo ed anche bello a vedersi con la sua sagomatura, ma se dobbiamo usare dei filtri è scomodo da togliere e mettere. Un paraluce a baionetta sarebbe stata più pratico. Infine il mirino ha un effetto un po’ “inscatolato”, ovvero si vedono le plastiche interne. Inoltre specialmente al buio si creano dei riflessi colorati fastidiosi, ma solamente per chi come me indossa gli occhiali. Qualche piccolo difetto che si dimentica subito appena si inizia a scattare. La fotocamera è reattiva sia a livello di autofocus che si esposimetro. Se si vuole mettere a fuoco manualmente è poi un piacere grazie alle ghiere dall’ergonomia impeccabile, nonché grazie al focus peaking che aiuta ad essere precisi e veloci. Infine anche il software è ben progettato: permette di personalizzare bene la fotocamera, dai tasti all’eventuale messa a fuoco e scatto controllati con il touch screen. Unico appunto al software lo devo fare alla funzione dell’autoscatto: si disattiva subito dopo lo scatto, scelta un po’ frustrante se vogliamo fare una serie di riprese con sempre l’autoscatto attivo. Ma possiamo usare il nostro smartphone come telecomando remoto, quindi anche questo difetto passa in secondo piano.

Qualità immagine

Innanzitutto l’ottica: ha una resa degna del nome Summilux. Nitida e contrastata, ma al tempo stessa morbida e pastosa nello sfuocato. La focale di 28mm non è facile da usare, si ha spesso la sensazione di essere troppo lontani dal soggetto. Ma grazie ai 24 Megapixels si può poi ritagliare senza troppi patemi. Per quanto riguarda la qualità immagine i JPG sono già buoni anche per la stampa. Confrontati con il RAW si nota unicamente che sono un po’ troppo contrastati. Se si vuole quindi gestire meglio le zone in ombra è quindi consigliabile usare il RAW. Sul fronte della sensibilità i file sono fondamentalmente ottimi dai 100 ai 1600 ISO. A partire dai 3200 ISO si inizia a notare la presenza di rumore sotto forma di una grana, sempre più evidente man mano che si sale di sensibilità. In ogni caso fino ai 12500 ISO abbiamo ancora files perfettamente stampabili. Solo ai due massimi valori di 25000 e 50000 ISO la grana diventa fastidiosa e si nota la perdita di dettaglio, relegando questi valori per il web o per le stampe di piccole dimensioni.

Conclusioni

La compatta full frame ai tempi della pellicola erano un classico. Io mi diverto ancora tutt’oggi con una Sony Cyber-shot DSC-RX1R del 2013. Quindi la Leica Q arriva in un settore fondamentalmente nuovo, ma ci arriva anche con un prodotto ben pensato. Qualità dei materiali, qualità dell’ottica, qualità del sensore, qualità del software. Difetti pochi. Beh, ad essere onesti un grosso difetto ce l’ha e non ve l’ho ancora detto: il prezzo. Il costo di questa fotocamera non è decisamente alla portata di tutti. Ma neppure tanto se si pensa però a quanto costerebbe una classica Leica M corredata da un Summilux 28mm. Quindi se stavate valutando l’acquisto di un corredo simile, valutate anche l’alternativa di una compatta. Di lusso però.

Piace:
– qualità dei materiali
– design ed ergonomia delle ghiere
– qualità immagine
– resa dell’ottica
– reattività autofocus

Non piace:
– elemento interno in movimento a fotocamera spenta
– paraluce a vite scomodo per chi deve cambiare spesso i filtri
– mirino con effetto “inscatolato” e con qualche riflesso se si usano gli occhiali
– autoscatto da reimpostare dopo ogni scatto

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