Uno dei principali problemi che affliggono l’elettronica odierna è la dissipazione del calore, la quale comporta un aumento nella temperatura di esercizio dei vari componenti con conseguenti problemi legati a surriscaldamenti e distruzione di elementi circuitali fondamentali. L’elettronica del futuro, tuttavia, potrebbe risolvere in maniera definitiva tale problematica: in questi mesi, infatti, diversi ricercatori stanno studiando una soluzione capace di consentire la produzione di dispositivi così come vengono concepiti oggi giorno, adottando materiali più resistenti.
Fine ultimo del progetto è la realizzazione di un materiale semiconduttore che sia capace di resistere a temperature superiori ai 200° C senza alcun sistema di raffreddamento esterno, risolvendo quindi il problema dei surriscaldamenti e permettendo contemporaneamente l’utilizzo di tali circuiti in ambienti particolarmente ostili. A giovare di una simile tecnologia sarebbero quindi svariati settori, dall’automotive al campo aerospaziale, passando per le industrie che si occupano di produrre carburanti, di manipolare gas e qualsiasi altra attività in cui le alte temperature giocano un ruolo fondamentale.
Il principio sul quale i ricercatori intendono sviluppare l’elettronica resistente alle alte temperature è la presenza di uno strato di gas di elettroni tra due ossidi che fungono da isolanti. Tale strato può essere manipolato dall’esterno mediante opportune tecniche, modificando così la conduttività del materiale per aumentarla oppure diminuirla a seconda delle necessità. Tale soluzione potrà quindi essere utilizzata anche per produrre transistor di nuova generazione, da utilizzare ad esempio per la fabbricazione di memorie volatili ed altri componenti presenti nei dispositivi elettronici largamente diffusi al giorno d’oggi.
Prima di allora, tuttavia, sembra sia necessario attendere ancora a lungo, in quanto i fenomeni che governano i semiconduttori realizzati adottando tale tecnologia non sono ancora totalmente compresi dagli scienziati che li hanno osservati in laboratorio. Prima di poter dire definitivamente addio ai problemi di surriscaldamento di smartphone, tablet e PC, insomma, bisognerà risolvere svariati problemi e far sì che i nuovi materiali siano affidabili al 100% prima di poter essere immessi sul mercato.