Il brand IBM, oltre che essere il nome di un’azienda e una sigla (International Business Machines) che chiunque è in grado di visualizzare mentalmente nella sua configurazione grafica tipica, è anche e soprattutto un’icona: rappresenta la grande cavalcata dell’informatica negli anni ’80, rappresenta l’entrata dei pc nelle case di tutto il mondo, rappresenta un periodo intero e una società informatizzata che andava iniziando. Il brand della cosiddetta ‘Big Blue’, ora, è giunto agli ultimi sospiri: Lenovo ne sta già preparando le esequie.
L’annuncio è già stato formalizzato. Dopo l’acquisizione delle proprietà IBM da parte di Lenovo, la cancellazione del marchio USA era cosa prevista ma in qualche modo ignorata dal fatto che sarebbe stata lontana nel tempo. Ora però i tempi sembrano maturi. Secondo il numero 1 Lenovo, William Amelio, l’attesa sarà accorciata di almeno due anni e dunque si apre il momento della nostalgia: nel nome del marketing e del mercato le tre lettere che hanno segnato un’epoca ora sono destinate a diventare solo più un felice ricordo, lontano dalle scrivanie ma scritte a caratteri cubitali nei libri della storia dell’informatica. L’azienda nasce a fine ‘800, ma è con l’abbinata Intel/Microsoft che il nome assume un ruolo di prim’ordine a livello internazionale.
Lenovo ha fatto proprio il nome IBM tre anni or sono. Nell’ultima trimestrale ha potuto avanzare con sicurezza l’annuncio forte di numeri dimostranti uno stato di gran salute: 20% di crescita anno-su-anno verso quota 4.4 miliardi di dollari. Soprattutto, i profitti sono cresciuti del 178% (105 milioni nel trimestre). Il gruppo si dice poco preoccupato per il risultato ottenuto dal diretto concorrente Acer (gruppo che a suon di acquisizioni ha conquistato la terza piazza sul mercato): sta per iniziare un momento di grande profittabilità, il tempo sarà giudice della bontà delle scelte del gruppo.