Il crescente successo del mondo Linux ed il costante aumento della sua penetrazione sul mercato è indicato non solo da rilevamenti statistici e da sensazioni sempre più concrete, ma anche da indizi che vedono nell’offerta di mercato l’indicatore più attendibile. Se dunque un gruppo quale Lenovo annuncia l’intenzione di mettere in commercio notebook con una distribuzione Linux precaricata, evidentemente sono mature le condizioni che possono portare il pinguino ad una più vasta presenza tra gli utenti ed all’emergere di una domanda realmente capace di un mercato redditizio.
Lenovo è oggi tra i massimi distributori al mondo di pc. L’annuncio prevede che l’azienda porti sul mercato (entro la fine dell’anno e senza indicazioni precise relativamente ai prezzi previsti) notebook ThinkPad T Series con precaricata la distribuzione Suse Linux Enterprise Desktop 10. L’iniziativa Lenovo fa peraltro il paio con il precedente annuncio Dell che aveva a sua volta scelto Ubuntu per distribuire dispositivi etichettati con il pinguino.
Secondo alcune stime citate da Raj Aggarwal, responsabile ThinkPad, nel giro di pochi anni il mercato di notebook con Linux precaricato (sia di bassa che di alta fascia) potrebbe raggiungere il 5% del totale, andando a identificare una forte minoranza nell’ambito di un mercato sempre e comunque marchiato a fuoco dai colori di Microsoft. Secondo quanto riportato da Reuters «Aggarwal ha aggiunto che la domanda per questi pc è aumentata nel corso di quest’anno in particolar modo nei settori dell’istruzione e dell’amministrazione e nei mercati emergenti».
L’annuncio Lenovo è stato formalizzato nel primo giorno della LinuxWorld conference di San Francisco. Dell non ha ancora comunicato gli esiti della propria iniziativa con Ubuntu e nè Dell nè Lenovo hanno reso noti i dettagli economici relativi all’accordo con i vari vendor. Alcuni rumor, nel contempo, vedono avvicinarsi i nomi Red Hat ed Hewlett Packard con intenti rivolti ad una simile avventura in salsa open source.