La cinese Lenovo sarebbe pronta a mettere sul tavolo la propria offerta per BlackBerry. Secondo alcune fonti vicine alle due aziende, fonti anonime citate dal Wall Street Journal, il 4 novembre potrebbe essere il grande giorno: Lenovo sarebbe ormai vicina alla formulazione della propria offerta, dopodiché la parola passerà al board del gruppo canadese.
BlackBerry è da tempo in cerca di un acquirente. Le prime mosse sono state un buco nell’acqua (Google, Cisco ed altri nomi erano in lizza, ma senza esito alcuno), tanto che nei giorni scorsi si era paventata una soluzione alternativa che potesse fare a meno della cessione degli asset. L’ipotesi di uno spezzatino poteva far gola a vari gruppi, interessati soprattutto ai brevetti dell’azienda in cessione, ma non avrebbe probabilmente valorizzato al meglio il marchio e la sua attuale quota di mercato. L’urgenza dei tempi non aiuta la parte venditrice: il gruppo è ormai in picchiata, incapace di sfondare con le ultime offerte basate su sistema operativo BlackBerry 10 e vicina ad una serie di trimestrali di segno estremamente negativo.
Lenovo potrebbe essere la soluzione, ma non sarà la sola BlackBerry a poter decidere: le autorità di controllo canadesi hanno la possibilità di bloccare eventuali manovre nel caso in cui si ravvedesse un qualche rischio strategico per le infrastrutture del paese (gli smartphone BlackBerry sono ancora molto usati tanto nelle sale dei bottoni canadesi, quanto in quelle statunitensi). Lenovo non è però certo nuova a questo tipo di ostacoli: negli anni passati la via dell’occidente fu già percorsa per arrivare ad IBM, nome storico del computing a livello internazionale.
Un investimento su BlackBerry rilancerebbe peraltro Lenovo nel mercato smartphone, ove ad oggi detiene poco più del 4% delle quote a livello internazionale con una forte presenza sul mercato orientale. L’operazione non sarebbe quindi indolore per la concorrenza: un nome nuovo si farebbe avanti nella produzione di device e potrebbe mettere alla berlina qualche altro nome piccolo incapace di reggere il peso di un oligopolio destinato a saturare la domanda di mercato.