È Leopard il protagonista assoluto del WWDC 2006. Il nuovo Mac OS X 10.5 arriva infatti a sostituire “Tiger” e viene accolto fin da subito con grandi speranze. Steve Jobs, in particolare, impugna immediatamente la sua nuova arma puntandola verso Bill Gates: Leopard viene sarcasticamente denominato “Vista 2.0“, il tutto accompagnato con un «Hasta la vista, Vista» che lascia intendere quale sia il clima della presentazione.
Apple Mac Pro
L’entusiasmo dei partecipanti viene scatenato in primis in ambito hardware: Apple ha presentato infatti la nuova collezione Mac Pro, ovvero la linea che sostituisce i PowerMac raddoppiandone la capacità di elaborazione. Con i Mac Pro, Apple ha ufficialmente terminato di convertire la propria produzione alla nuova era “Intel Inside”, ha dotato il successore del G5 con un Core 2 Duo ed ha consegnato il proprio dispositivo al mercato con un prezzo ufficiale di 2500 euro circa ed un altissimo grado di personalizzazione del sistema. Il passaggio da AMD ad Intel è dunque oggi ufficialmente valutabile in 210 giorni di lavoro, tanto è durata la rivoluzione che ha portato i Macintosh all’era post-iPod.
Tutte le attenzioni sono però rivolte a Leopard. Il nuovo sistema operativo arriverà sul mercato in quasi contemporanea con Windows Vista, di Windows Vista sarà il principale concorrente e con Windows Vista si contenderà gli utenti così come successo in tutto l’ultimo ventennio nel mondo informatico. Il momento è però delicato per Apple: la casa di Cupertino esce da una parentesi gloriosa della propria storia, ma anche in una giornata di giubilo il titolo non riesce a volare e cade sotto il peso delle stock option segnando nuovamente due punti percentuali di discesa a Wall Street. La presentazione di Leopard è stata portata avanti con un chiaro parallelo con Vista: dopo il richiamo di Jobs si è inteso dimostrare come ancora una volta sia Apple a segnare la strada e la concorrenza usi le “fotocopie”.
Il keynote di Steve Jobs (by Engadget)
Tra le caratteristiche che emergono con maggior forza dalla presentazione vi sono la cosiddetta Time Machine (un sistema di backup in grado di permettere ad un utente di ripristinare i dati archiviati in passato, recuperando informazioni eventualmente andate perdute), VoiceOver (l’uso di comandi vocali per la navigazione tra le applicazioni) e Spaces (la moltiplicazione dei desktop per un uso esteso dell’interfaccia grafica). Boot Camp è integrato nel sistema operativo (permettendo il contemporaneo uso sulla stessa macchina sia di Windows che di Linux) e sono riproposti in nuova edizione gli applicativi Mail, iChat, iCal e Spotlight.
La sfida è rimandata alla primavera del 2005. Ancora una volta sarà Windows contro Mac, Microsoft contro Apple, Gates contro Jobs. E probabilmente la polarizzazione non era mai stata così accentuata nel passato.