Enrico Letta ha annunciato con un tweet la nomina di Francesco Caio come “mister Agenda digitale”. Da tempo si era capito che la crisi dell’Agenzia e lo stallo conseguente dell’agenda aveva bisogno di uno sblocco di tipo politico. Il nome pare mettere d’accordo quasi tutti per competenza. Anche se non è chiaro come si integrerà nel sistema.
Francesco Caio, classe 1957, ingegnere elettronico, è presente nei cda di diverse società di telecomunicazioni e manager imprenditore nel settore TLC lui stesso, ed è diventato famoso per il suo rapporto sul digital divide che nella primavera di 4 anni finì nel dimenticatoio. Ora l’annuncio di letta sembra tirare fuori dal cassetto due cose al tempo stesso: un nome riconosciuto come valido all’unanimità ed un Rapporto che, sia pur se datato, può ancora trovare ampi spazi di applicabilità sulla situazione attuale del paese. Aprendo così nuovi spiragli per uno sblocco di una Agenda Digitale al palo ormai da troppo tempo.
Ho chiesto a Francesco #Caio di essere a #PalazzoChigi Mister #Agendadigitale del governo. Missione alla quale voglio dare massimo impulso.
— Enrico Letta (@EnricoLetta) June 13, 2013
Basta seguire l’hashtag #Caio in Italia per rendersi conto che questa nomina alimenta speranze, perplessità, discussioni. Sicuramente però ha il pregio di sbloccare una situazione diventata insostenibile. Come era emerso già durante il question time alla Camera.
Ora che farà?
La notizia dell’investitura ha già aperto la curiosità di molti osservatori ed esperti del settore: cosa farà Caio e con quale ruolo? Il problema, al di là di stipendi e tempo a disposizione (pare che il suo sarà un part time), è che bisogna ricompattare un’agenda spacchettata dalle elezioni di febbraio – coinvolgendo quattro ministeri, Economia, Pubblica amministrazione, Sviluppo e Istruzione, appena rinnovati – dal pasticcio sull’agenzia diretta da Agostino Ragosa. E da una perdurante mancanza di fondi.
Finora su #Agenziadigitale da governi solo annunci e caos. #Caio è straordinariamente valido,ma da solo rischio superman senza superpoteri
— Oscar Giannino (@OGiannino) June 13, 2013
@quinta @IlMontanari @gioiozzia Speriamo che @EnricoLetta ci spieghi quanto prima come lavorerà #Caio, sul quale nulla quaestio
— Antonio Palmieri (@antoniopalmieri) June 13, 2013
La soluzione del governo è appunto quella di riportare tutto a palazzo Chigi (una piccola sconfitta per chi credeva in un modello più collettivo e meno politico) e di lasciare il coordinamento a Caio, ancora prima della regia dell’agenzia, al momento commissariata per assenza di statuto. Ritirato dal consiglio dei ministri.
Il cronoprogramma è facile da riassumere: c’è un penoso ritardo su tutto.