Una lettera aperta è stata inviata all’AGCOM ed al Presidente Corrado Calabrò. L’obiettivo è quello di chiedere maggiori garanzie nelle comunicazioni sul diritto d’autore e le firme in calce sono quelle di Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, Femi (Federazione Media Indipendenti), Istituto per le politiche dell’innovazione e dello Studio Legale Sarzana.
Le firme, insomma, sono sostanzialmente quelle già dietro il “sito non raggiungibile“, il movimento di protesta che ha puntato il dito contro l’AGCOM chiedendo che la legge non si pieghi alla volontà di pochi senza considerare i diritti di molti. In questo caso, introduce la lettera, «Sono innumerevoli le associazioni dei consumatori, le associazioni di categoria, i centri studi, le aziende, e le associazioni che hanno partecipato all’audizione pubblica relativa alle nuove misure dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in materia di diritto d’autore, avanzando perplessità sulla proposta di nuovo regolamento rispetto alla tutela dei diritti civili e di libera informazione in Rete, e ritenendo imprescindibile il coinvolgimento di Parlamento e dell’opinione pubblica per l’introduzione di norme di tale portata».
Continua quindi la missiva:
Oltre 70.000 cittadini hanno inoltre sottoscritto petizioni e appelli rivolti a sospendere l’iter della proposta e nella stessa direzione sono andate numerose iniziative parlamentari. Ciò nonostante, mentre tramite tale consultazione è stata data a tutti la possibilità di discutere con gli uffici tecnici dell’Autorità, sembra sempre più preclusa a tali istanze una rappresentanza all’interno del consiglio di Agcom, al quale, come sappiamo, compete la decisione finale sul regolamento.
Non solo infatti durante la consultazione pubblica è stata data notizia di incontri del Presidente e di Consiglieri con altri influenti stakeholders del settore, tra cui Bob Pisano, presidente della Motion Picture Association of America, principale rappresentante delle istanze dei titolari dei diritti d’autore, senza che analoga misura risulta essere stata presa nei confronti di tutte le altre associazioni di consumatori e delle piccole e medie imprese. Ma ad aggravare ulteriormente la situazione è giunta la notizia che al termine del Consiglio dell’Autorità del 5 maggio è stato rimosso dal ruolo di relatore del provvedimento su internet e diritto d’autore il commissario Nicola d’Angelo, cioè proprio il Commissario che, con maggiore forza, aveva espresso posizioni nella direzione di quelle da noi presentate.
A questo punto riteniamo l’apertura immediata di un dialogo con il Consiglio dell’Autorità e una maggiore trasparenza nell’attività dello stesso due strumenti indispensabili per permettere da subito un riequilibrio nel diritto delle diverse istanze di essere rappresentate.
Chiediamo pertanto un incontro immediato tra Presidente e Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e una delegazione di tutte le associazioni di consumatori, delle imprese e dei cittadini firmatarie della presente lettera per rappresentare le istanze a tutela della libertà in internet. Allo stesso tempo chiediamo che da subito l’Autorità metta in atto forme di trasparenza che consentano di comprendere le scelte dell’AGCOM in tema di internet e libertà di espressione che tutti i cittadini, nessuno escluso, hanno diritto di conoscere.
Cittadini e soggetti portatori di interesse non trovandosi di fronte a scelte del Parlamento – che sono sempre verificabili perché pubbliche – non possono infatti conoscere le posizioni e i voti espressi dai singoli consiglieri, comprendere il perché della destituzione di un commissario, chiedere di visionare gli atti e i verbali dei Consigli. Non possono insomma comprendere in alcun modo come sia stata esercitata la scelta dei suoi organi. Riteniamo pertanto necessario che si preveda la pubblicazione sin da subito sul sito web dell’autorità dei verbali, dei voti e delle posizioni espresse dai singoli consiglieri, e delle decisioni assunte in tema di diritto d’autore e reti telematiche anche se tali decisioni non siano state formalmente assunte con Provvedimento finale