Lettera aperta contro il cybersquatting

Cellulari.it, HTML.it, Marketingroutes.com e Portel.it firmano una lettera aperta con cui chiedono alla Registration Authority di rivedere alcune procedure al fine di scoraggiare l'attività di cybersquatting nel web italiano. Aperta una petizione online
Lettera aperta contro il cybersquatting
Cellulari.it, HTML.it, Marketingroutes.com e Portel.it firmano una lettera aperta con cui chiedono alla Registration Authority di rivedere alcune procedure al fine di scoraggiare l'attività di cybersquatting nel web italiano. Aperta una petizione online

C’è anche HTML.it nel gruppo che, partendo dall’esperienza vissuta dal sito Cellulari.it a seguito della nota perdita del dominio, intende sollevare una questione necessariamente da affrontare affinchè ulteriori episodi simili non abbiano a succedere. La proposta di Cellulari.it è stata appoggiata fin dalla prima ora, oltre che dal network di HTML.it, anche da Marketingroutes.com e Portel.it: ora una petizione è disponibile online affinchè anche l’utenza possa appoggiare simile battaglia.

Recuta il comunicato congiunto:

«Interventi semplici e quasi a costo zero potrebbero mettere in difficoltà i cybersquatter italiani. Le leve su cui l’Autorità potrebbe subito intervenire sono quattro:

  • la modifica del paragrafo 3.2 del Regolamento, sulla revoca di un nome a dominio non più mantenuto da un provider-maintainer, che eviterebbe la cancellazione non desiderata e la eventualità di speculazioni, con il risultato di più sicurezza per tutti e meno contenziosi;
  • una comunicazione più efficiente con i titolari dei domini, anche con avvisi e promemoria automatici via email;
  • una tutela specifica per le testate giornalistiche registrate, simile a ciò che accade per i marchi;
  • l’impiego della posta elettronica certificata con valore legale per tutte le comunicazioni ufficiali fra mantainer, titolari e Autorità, come previsto per le amministrazioni dello Stato».

Un approfondimento necessario è relativo alla modifica del paragrafo 3.2 del Regolamento. Questo quanto accade al momento: «quando un soggetto è costretto a cambiare maintainer, la Registration Authority sostituisce nella registrazione del nome a dominio, contenuta Registro dei Nomi Assegnati (RNA), il valore del campo “mnt-by:” con noprovider-mnt ed invia all’assegnatario una raccomandata A.R. in cui comunica il passaggio del nome a dominio nello stato di no-provider-mnt. Trascorsi tre mesi senza che la Registration Authority abbia ricevuto da parte dell’assegnatario nuove comunicazioni in merito, essa rimuove dai nameserver o DSA le deleghe autoritative per il nome a dominio, cancella tutte le altre registrazioni tecniche necessarie per il funzionamento dei relativi servizi e cancella il nome dal RNA, comunicando al provider-maintainer l’avvenuta cancellazione della registrazione». Questo, invece, quanto andrebbe ad accadere a seguito della proposta: «quando un soggetto è costretto a cambiare maintainer, la Registration Authority sostituisce nella registrazione del nome a dominio contenuta nel RNA il valore del campo “mnt-by:” con no-provider-mnt ed invia all’assegnatario una raccomandata A.R. o una email certificata in cui comunica il passaggio del nome a dominio nello stato di no-provider-mnt. Trascorsi due mesi senza che la Registration Authority abbia ricevuto da parte dell’assegnatario ulteriori
comunicazioni in merito, rimuove dai nameserver o DSA le deleghe autoritative per il nome a dominio e cancella tutte le altre registrazioni tecniche necessarie per il funzionamento dei relativi servizi. A questo punto, la Registration Authority aggiunge alla registrazione, presente nel RNA, il campo “sospeso/suspended” e invia due email automatiche di avviso al titolare del dominio: una subito, l’altra dopo 15 giorni. Trascorsi 15 giorni dalla seconda comunicazione senza indicazioni del titolare, la Registration Authority cancella il nome a dominio dal RNA
».

Il cybersquatting è la sottrazione di indirizzi Internet (nomi a dominio) ai legittimi utilizzatori, per speculazione commerciale, con comportamenti opportunistici sul filo dei regolamenti. È un fenomeno poco osservato ma in crescita significativa, come sottolineano alcuni dati recenti della World International Property Organization delle Nazioni Unite (WIPO). Quasi sempre è condotto da “professionisti della registrazione”, che tentano di fare affari sulla scia della popolarità altrui acquisendo nomi a dominio riconducibili a persone, marchi o altri soggetti noti.

Un click su “Difendi la tua Internet, fai sentire la tua voce!” (in via di approvazione) permette agli utenti di accedere alla petizione e portare il proprio contributo alla battaglia intrapresa. Sul blog di HTML.it è disponibile uno spazio apposito per discutere dell’iniziativa raccogliendo l’opinione dell’utenza interessata al caso. A tal proposito HTML.it sottolinea l’indispensabile necessità di creare un dibattito su una risposta sicuramente perfettibile quanto decisamente meritoria.

«La nostra iniziativa stimola la trasparenza del web italiano: meglio prevenire i contenziosi perchè non tutti possono anticipare onerose spese legali per accedere ai tribunali. Occorre rendere più difficile la vita ai “furbetti del quartierino digitale” affinchè non si ripetano vicende come quella di Cellulari. Crediamo che la Registration Authority italiana accoglierà con sensibilità le nostre proposte, quasi a costo zero»: la protesta sublima immediatamente in proposta ed ora la palla passa alla RA, la quale dovrà giocoforza intervenire se non altro con una presa di posizione nei confronti di una iniziativa che basa sul dialogo costruttivo il proprio intervento.

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