La Commissione Europea, dopo un lungo periodo di studio, ha dato finalmente il via libera al regolamento tecnico per sfruttare le reti GSM anche per il 3G e il futuro 4G. In poche parole, le attuali frequenze licenziate per l’uso del GSM e cioè i 900 e i 1800MHz potranno venire utilizzati sia per l’attuale standard sia per il 3G e il 4G. Questo passaggio è decisamente importante in quando garantirà la possibilità di sfruttare la banda larga mobile ovunque il gestore sia presente con la sua rete.
Sino a oggi infatti il 3G possiede una rete tutta sua, sfruttando le frequenza attorno ai 2100MHz, che come noto sono molto più sensibili agli ostacoli e alla distanza. Questo vuol dire che un gestore non offrirà mai in 3G la stessa copertura della sua rete GSM, con la conseguenza che in mancanza del segnale 3G, saremo costretti per navigare a utilizzare o il Gprs o l’Edge che funzionano su rete GSM, ma che risultano drasticamente più lenti.
Potendo sfruttare invece anche le frequenze delle attuali reti GSM per garantire l’accesso alle reti 3G, avremo la banda larga mobile ovunque.
Ci sono voluti 3 anni per arrivare a questo quadro tecnico, ma oggi in Commissione Europea, c’è piena soddisfazione per il risultato ottenuto. Adesso, ogni Stato membro, avrà tempo sino al 31 dicembre per fare suo il nuovo regolamento e adattarlo alle proprie realtà territoriali. In particolare dovranno essere valutati alcuni aspetti tra cui il più fondamentale, e cioè il problema della concorrenza tra gli operatori.
In Italia infatti c’è un problema complicato ed è quello che riguarda il gestore H3G, che come noto non possiede una sua rete GSM, ma solo 3G. Attualmente H3G, affitta le reti GSM da TIM per garantire sempre la massima copertura ai suoi clienti. Tuttavia questo affitto, ha costi elevatissimi e serve solo per la gestione delle chiamate. Ovviamente con l’arrivo della possibilità di utilizzare la banda larga mobile sulle frequenze del GSM, per il gestore H3G si dovrà trovare una soluzione per non lasciarlo indietro rispetto agli altri e così facendo, squilibrare il mercato.