Una ricerca Eurostat firmata Morag Ottens ha fotografato la penetrazione del web in Europa evidenziando il buon stato di crescita del fenomeno in tutto il vecchio continente (i dati sono relativi all’anno 2004). Alcuni paesi, però, scontano alcune difficoltà che bloccano la crescita a cifre assolute minori e con più ampi squilibri: tra questi paesi, purtroppo, anche l’Italia.
Il dato più pesante è relativo alla penetrazione del web in ambito privato: vi hanno infatti accesso a livello europeo il 51% degli uomini, il 43% delle donne, ed una media europea del 47% degli individui; in Italia invece i numeri si fermano al 37% per gli uomini, al 26% per le donne, al 31% in media. Dietro l’Italia vi sono solo alcune repubbliche ex-sovietiche, il che è tutto dire: emblematico il distacco da paesi quali Germania (61%) e Gran Bretagna (62%) o Danimarca (76%) e Svezia (82%). Ancor più paradossale il dato se analizzato in base all’età del target: mentre in tutti i paesi più avanzati i giovani tra i 16 ed i 24 anni godono di una penetrazione del web con percentuali che vanno dall’80% al 98%, l’Italia si assesta al 58% circa: una cattiva presentazione soprattutto per quanto concerne il futuro.
La ricerca analizza inoltre lo stato di forma del settore in ambito aziendale: sotto questo profilo l’Italia gode di numeri più rosei, con la grande industria perfettamente allineata alle medie europee. Una certa penalizzazione culturale emerge nei dati che concernono invece l’uso che si fa del web: le aziende lo usano poco per comprare e ancor meno per vendere, il che evidenzia un approccio ancora approssimativo con il mezzo. In Italia la percentuale media è di un 15% in acquisto e di un 8% in vendita.
La ricerca diffonde inoltre i dati relativi alla percentuale di aziende dotate di connessione broadband (perchè, come spiegato nel report disponibile online, «la banda larga non è solo una via di connessione più veloce, ma cambia il modo di usare internet»). L’Italia gode in tal senso di un 51% complessivo di aziende dotate di banda larga, con una percentuale di ben il 93% per quanto concerne le grandi aziende (ancora una volta in linea con la media europea). La media delle aziende non dotate di banda larga è invece ancora penalizzante, ed il motivo è intelleggibile nel fatto che la gran parte del territorio nazionale non ha la possibilità di accedere a tale strumento e la Piccola Media Impresa (PMI), notoriamente distribuita capillarmente su tutto il territorio, non ha dunque tecnicamente facoltà di accesso conveniente al mezzo (ben il 48% delle aziende ha però, a conferma di volontà e necessità precise, connessione ISDN).