La trasmissione televisiva via Internet (IPTV), in Europa, ha ricevuto, durante l’ultimo anno, un incremento senza precedenti; ciò grazie all’innalzamento della qualità delle infrastrutture di rete, le quali permettono di accrescere la mole di dati scambiabili. Il consistente sviluppo del “broadband” e gli innalzamenti degli standard tecnologici hanno così fatto da volano per la nascita e diffusione di nuovi servizi IPTV (ne sono una recente testimonianza l’esperienza di TV Connect di Vodafone, CuboVision di Telecom).
Secondo un rapporto elaborato da Multimedia Research Group, entro il 2014, in un contesto globale, gli abbonati alle IPTV dovrebbero arrivare a 102 milioni, riducendo seppur di poco il divario con le concorrenti TV satellitari e via cavo. L’area che sta “spingendo” maggiormente è quella rappresentata dall’Europa Orientale che, se nel 2007 contava solo qualche sporadica “avventura”, vede oggi ben 16 operatori impegnati nel settore a cui si aggiungono diverse realtà attualmente in fase di sperimentazione.
Lo stesso istituto di ricerca ha stimato che, tra quattro anni, l’Europa deterrà il 45% del mercato globale e il rimanente sarà spartito tra Asia (con il 31%) e il Nord America (con il 19%), mentre le altre aree del mondo si contenderanno un risicato 5%. Si tratta anche di una sfida importante per diversi paesi emergenti che stanno investendo ingenti risorse economiche e umane nel settore.
La spesa, che per il 2010 si attesta a 3,1 miliardi, dovrebbe arrivare nel 2014 a 5,1 miliardi di dollari, con un incremento dei ricavi da 17,5 miliardi dollari a ben 46 miliardi. La competizione è appena cominciata e premierà sicuramente quei paesi che sapranno adottare i giusti investimenti nella banda larga, sperando che in Italia si realizzi finalmente la tanto attesa NGN fondamentale per la crescita dei servizi Web based.