Beintoo ha vinto il premio di migliore startup a LeWeb 2011, il prestigioso concorso che premia le migliori aziende nascenti nel settore Web. Si tratta di un’azienda tutta italiana, fondata da Antonio Tomarchio, premiata in quel di Parigi per le proprie idee innovative: offre premi reali a chi gioca con lo smartphone e un guadagno a coloro che creano un’app.
Erano state 600 le richieste di partecipazione a LeWeb 2011 ma sono state ammesse solo 16 startup nella competizione. Il progetto di Beintoo ha cominciato a svilupparsi nell’estate del 2010 ed è stato proposto solo agli inizi del 2011: si tratta dunque di un’idea giovane e fresca, alla quale lavorano una decina di ragazzi tra i 22 e i 26 anni. Antonio Tomarchio, fondatore e CEO di Beintoo, ha spiegato il modo in cui funziona la propria società:
La nostra è una piattaforma che mette in contatto gli inserzionisti e gli sviluppatori. In questo modo possiamo fornire un valore aggiunto a questi soggetti e premi ai consumatori finali. La competizione e la collaborazione possono creare la fidelizzazione dei clienti anche verso un brand commerciale.
Ma come funziona il meccanismo che ha portato alla vittoria, a LeWeb 2011, della startup Beintoo? Viene consentito di guadagnare premi giocando con le app partner sia dallo smartphone che dal computer; raggiungendo gli obiettivi proposte dalle singole app oppure sfidando gli amici, si otteranno appunto premi sia virtuali che convertibili in buoni sconto reali da riscuotere nei negozi convenzionati. Quindi chi sviluppa un’app può utilizzare questi incentivi per aumentare il numero di persone che giocano con il proprio software e di conseguenza guadagnare. Anche l’utente ne trae beneficio, dato che ottiene un vero e proprio premio.
Beintoo prevede di espandersi nel futuro, come sottolineato da Tomarchio, e prevede soprattutto di crearsi una rete di contatti validi in California, ove lavorano tre dei collaboratori presenti nel team:
Adesso dobbiamo cercare di espandere la nostra piattaforma ad altri sviluppatori e inserzionisti ma nel frattempo dobbiamo anche organizzare un primo round di finanziamento per la società. In Italia ci sono gli investitori pronti a scommettere su iniziative valide e bisogna sfatare il mito dei soldi facili che pioverebbero in Silicon Valley. Se hai un progetto valido e un prototipo funzionante, chi ti finanzia lo trovi. Andare in California è comunque fondamentale per introdursi in quel mercato, ma di sicuro non basta una presentazione in PowerPoint per trovare dei venture capital che non investono, né in Italia né nella Valley.
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