I principali motori di ricerca, Google in primis, stanno portando sulle SERP risultati provenienti dal real time. L’obiettivo è quello di offrire una nuova dimensione dei risultati basandosi non su una fotografia differita della Rete, ma su di una immagine in presa diretta che arricchisca l’esperienza di ricerca. Ad oggi, però, pochi utenti sono coscienti dell’esistenza di un box per il real time e, soprattutto, sono pochissimi quelli che badano a tale aspetto. Ad oggi, insomma, il real time è ampiamente sopravvalutato rispetto al modo in cui viene accolto dall’utenza.
A tali conclusioni è possibile giungere sulla base di una ricerca condotta dalla OneUpWeb a seguito di un esperimento di eye-tracking. L’esperimento è stato condotto su 44 utenti divisi in due gruppi: ai primi è stato chiesto di compiere una semplice ricerca sul web, ai secondi di cercare invece uno specifico prodotto che si potrebbe voler acquistare (quest’ultimo gruppo simula pertanto l’approccio al search da parte di un panel di consumatori). L’eye-tracking tiene traccia dello sguardo dell’utente, valutando quale parte della pagina viene osservata con maggiore attenzione sulla base dei ragionamenti e dei movimenti istintivi dell’utente. Il risultato è chiaramente dimostrato dall’elaborazione grafica ricreata:
Eye-tracking e real-time
In entrambi i casi, come noto, lo sguardo è concentrato sui primissimi risultati delle SERP. Mentre nel caso dei “consumatori” lo sguardo tende però a posarsi con maggior incisività sugli spazi promozionali, l’altro gruppo sembra ignorare tali spazi prolungando però la propria ricerca sui risultati seguenti ai primi tre e spalmando i propri sguardi lungo tutta la pagina. In generale è però scarsa l’attenzione al box a fondo pagina dedicato al real time: totalmente ignorato dai “consumatori” raccoglie invece un minimo di attenzione da parte di quegli utenti che hanno esteso con lo sguardo la propria ricerca fino a fondo pagina incontrandovi il box a scorrimento e dedicandovi alcuni brevi istanti. La differenza nell’attenzione sul real time tra i due gruppi di indagine è pari al 10%.
Il comportamento generale vede gli utenti cliccare sul primo risultato nell’84% dei casi; il 13% riformula la ricerca dopo aver osservato l’intera pagina; il 3% non cerca oltre, uscendo deluso dalla pagina; il 16% pone attenzione al box in real time, ma tende a non cliccare; il 21% clicca su uno dei risultati a scorrimento; il 4% clicca su di un annuncio promozionale.
In generale, insomma, l’utenza è ancora lontana dai risultati real time: per una difficoltà oggettiva nell’incontrarne il box, per una cultura del search formatasi sui “10 link blu” e restìa ad accettare i cambiamenti, per un approccio mentale che, soprattutto nel caso dei “consumatori”, cerca altrove soddisfazione alle proprie necessità. Con il tempo, e con la riformulazione delle SERP, però, le cose potrebbero cambiare. Ad oggi il real time è un primo contatto tra motori di ricerca e social network, nella consapevolezza del fatto che le combinazioni possibili tra le parti sono molto più ampie ed approfondite rispetto a quelle sperimentate in questa prima fase.