«Per la prima volta, la cosiddetta “generazione Y” (i digital natives, altrimenti detti) sta per portare offline la propria esperienza online. Anzi, stiamo tutti – se lo vogliamo – per avere un nuovo modo di gestire i nostri contenuti e le nostre vite digitali. LEYIO, società che fa della “condivisione” il proprio punto di forza, annuncia il primo Personal Sharing Device (PSD), ovvero un dispositivo che permette di scambiarsi i file e informazioni sulla propria vita “virtuale” senza la necessità di usare il computer.
Con queste righe il comunicato ufficiale diramato dall’azienda toglie i veli ad un dispositivo concettualmente interessante che, se saprà far leva sulle economie di scala, potrebbe giovarsi del ponte che ancora manca tra il mondo online e quello offline, tra le identità virtuali e quelle reali. La promessa, infatti, è quella di mettere in contatto due account partendo dalla prossimità dei rispettivi titolari, permettendo così di trasformare un incontro reale in uno scambio virtuale di contatti. Il biglietto da visita viene superato da una connessione e lo scambio di numeri di telefono risulta operazione superata: «Dalla richiesta di amicizia su Facebook o di contatto business su LinkedIn, allo scambio delle ultime versioni di giochi o contenuti multimediali e d’intrattenimento, ma anche di un semplice biglietto da visita (digitale, senza doverlo stampare!) il PSD di LEYIO è il primo dispositivo in assoluto che ci permetterà di cambiare il modo di pensare la vita e l’identità digitale».
Il dispositivo ha memoria flash da 16Gb e permette di comunicare o tramite USB, oppure tramite tecnologia Ultra-wideband (UWB): «L’utilizzo di Leyio PSD è semplice e intuitivo: con un rapido gesto della mano, muovendo leggermente il polso (come quando distribuisci le carte) è possibile trasmettere file o link ad un altro Leyio PSD, ovunque ci si trovi: al bar, per strada o durante un meeting di lavoro. Non c’è bisogno di accedere alle singole informazioni usando un browser, né di usare una chiave USB, che non offrirebbe gli stessi livelli di sicurezza o di semplicità di interfaccia grafica. Una foto di 3MB può essere trasferita in appena 3 decimi (0,3) di secondo e un lungo videoclip in circa 20 secondi e ricevere, in contemporanea, foto o contenuti diversi da un altro Leyio».
L’utilizzo di una penna USB è in questa fase una procedura obbligata poiché soltanto in seguito a larga disponibilità il PSD Leyio potrebbe diventare qualcosa di interessante: avere un dispositivo che non può dialogare con alcuna controparte è ovviamente vezzo inutile. Per riuscire a sfondare, Leyio ha due possibilità: riuscire ad imporre la propria idea oppure riuscire a “venderla” a chi potrebbe decidere di arricchire il proprio smartphone con funzionalità similare. C’è la memoria, spesso c’è l’accelerometro per valutare i movimenti del dispositivo, c’è la connettività, dunque una semplice applicazione su un App Store potrebbe facilmente sostituire un PSD dal costo di 179 euro, mentre il cloud computing potrebbe sostituire la sincronizzazione tra dispositivo e pc: È questa la sfida più importante che Leyio dovrà affrontare.
«Oggi molti di noi hanno più di un’identità digitale, e il modo in cui le utilizziamo varia continuamente, a seconda che ci troviamo a casa, in ufficio o in qualunque altro luogo». Bruno Maurel, CEO di Leyio, tiene così a battesimo il proprio PSD, cavalcando la curiosità del lancio per stimolare quanto più interesse possibile sull’idea: «I profili che usiamo, ad esempio, per accedere a un social network, per fare degli acquisti online o ancora per l’home-banking sono molto diversi, e più quest’elemento digitale delle nostre vite diventa complesso, più cresce il nostro bisogno di poterlo gestire anche offline».