E’ di certo pretenzioso insegnare, non c’è dubbio, maggiormente se di fotografia. Se poi l’argomento è il diaframma, la profondità di campo e tutto quelle che ne consegue, c’è rischio di linciaggio.
Vi racconterò allora di quando ho fatto miei questi concetti, di come mi abbiano affascinata. Le possibilità offerte da questa lezione furono per me illuminanti, e accesero un desiderio di fotografare vitale e incontrollabile. Era come se potessi far totalmente mio lo sguardo, decidendone perfettamente ogni variabile e caratteristica. Sebbene il caso abbia il proprio fascino.
Abbiamo parlato in una scorsa lezione del tempo di posa e dell’otturatore: come anticipato l’apertura del diaframma è il secondo attore in scena per la corretta quantità di luce che transita all’interno dell’obiettivo e impressiona la pellicola/sensore durante il tempo di apertura dell’otturatore.
Il tipo più comune di diaframma è detto ad iride, avendo nel corpo macchina la stessa funzione del corpo occhio. Una serie di lamelle in un numero variabile si sovrappongono lasciando al centro un’apertura. Questa apertura viene indicata con un numero preceduto dalla lettera f.
. I numeri indicano una frazione, il rapporto tra l’apertura del diaframma e la lunghezza focale.
Un’apertura di 8f indica il rapporto di 1/8, una di 16f di 1/16: più alto sarà il numero e minore sarà l’apertura del diaframma, dato il rapporto. I numeri sono sempre in una sequenza standard che inizia comunemente da 2 (ma anche meno con alcuni obiettivi) e continua con 2,8-4-5,6-8-11-16-22 ecc
La sequenza è una progressione geometrica di ragione blabla…potete cercarlo su Wikipedia.
Esprimo banalmente e fieramente che ogni posizione (o stop) consente alla luce di passare attraverso l’obiettivo in quantità inferiore della metà rispetto alla precedente.
Con il nostro amato cinquantino della scorsa lezione circa la lunghezza focale un’apertura f4 corrisponde a 12,5mm, mentre con un teleobiettivo 300mm la stessa apertura corrisponde a 75mm.
In questo senso l’apertura è detta relativa, in quanto viene normalizzata in base alla lunghezza della focale.
E’ stupefacente a questo punto far lavorare i nostri attori: ad es se un’esposizione di 1/125 a f8 è corretta, altrettanto lo sarà co 1/60 f11, dal momento che questi valori danno un’esposizione dovuta alla metà della luce durante un tempo doppio…tuttavia i fattori che determinano l’esposizione sono così ampi che verranno affrontati in modo approfondito successivamente.
Ci basti iniziare a sperimentare il magico rapporto tra apertura e tempi; inizieremo a giocare da subito con la profondità di campo, tra gli argomenti basici più interessanti e oggetto della prossima lezione.