Il giorno è arrivato: come annunciato, l’Huffington Post apre i battenti in Italia portando anche nel nostro paese la celebre iniziativa editoriale firmata Arianna Huffington. In Italia a dirigere le operazioni vi sarà Lucia Annunziata, accompagnata da una selva di collaboratori, blogger e polemiche. Sì, polemiche: da una parte il chiacchiericcio di un ambiente non sempre ben disposto all’apertura verso i nuovi entrati, dall’altra i dubbi relativi alle firme ospitate fin dall’esordio e le aspettative di una iniziativa che nel Bel Paese dovrà dimostrare di saper attecchire nonostante le difficoltà.
Il sito ha aperto i battenti in queste ore portando online il benvenuto di Lucia Annunziata . E l’esordio è di matrice didascalica, per spiegare cosa sia l’Huffington e quale il ruolo delle firme assoldate:
Duecento persone (189, per la precisione, a questo momento) hanno accettato di tenere un blog per noi, l’Huffington Post Italia. Hanno accettato prima ancora di vederci all’opera, e di poter giudicare il lavoro che faremo. Un atto di incredibile fiducia. Risultato della condivisione di una idea: che è maturo il tempo per aprire uno spazio pubblico di confronto e scontro che includa la massima diversità – di opinioni politiche, di status sociale, di genere, di classe, di fede. […] sono uomini e donne di destra e di sinistra, religiosi e non, attivisti dei movimenti e intellettuali solitari, gente delle professioni, gente con orientamenti sessuali diversi, leaders politici e operai […]. Nella totale diversità, c’è però un elemento comune, che è poi il criterio su cui noi stessi orientiamo le nostre scelte: ognuno di loro conta non per i suoi titoli, ma perché la sua voce si “ascolta”, ha una sua unicità, muove qualcosa.
Ai blogger si affianca però il lavoro dei giornalisti, ai quali viene affidato un ambito informativo parallelo che infonde nel nuovo nato un DNA “meticcio”. «come meticcio del resto è il tempo in cui viviamo».
Alla Annunziata fa da eco Arianna Huffington (la quale mette piede in Italia accompagnata dalla collaborazione con il Gruppo Editoriale L’Espresso). Il suo intervento spiega con toni sufficientemente generali che la testata si occuperà di cosa funziona e di cosa non funziona nel nostro paese ed inoltre «celebrerà la cultura vibrante dell’Italia, dalla sua cucina, l’opera, l’arte, fino alle sue tradizioni, la storia antica e le città leggendarie. E punteremo i nostri riflettori su quelle istituzioni e quegli eventi che rispecchiano il DNA italiano e ci mettono in contatto con il passato».
Nel 2009, durante una mia visita in Italia, partecipai ad una conferenza dove consegnavano ad ogni partecipante una spilla con la scritta “Io ho fiducia”. E’ uno slogan adatto per il nostro lancio di L’HuffPost, che sarà dedicato a far luce su ciò che sta funzionando nel paese, e su coloro che sono impegnati a migliorare la loro vita e quella degli altri.
Il primo numero apre con un solenne “Rottamata” dedicato a Renata Polverini. Le firme dei primi interventi lasciano immediatamente intendere quale sia il tenore dei personaggio chiamati a bordo da Arianna Huffington: da Giulio Tremonti a Maurizio Landini, da Antonio Catricalà a Evelina Christillin. Il mix informativo non lesina importanti riferimenti a web, gallery e social media costellando le pagine di spunti per la condivisione dei contenuti o per l’interazione.
Politica, economia, Cronaca, Cultura e Diritti rappresentano il canovaccio dell’iniziativa, ma le firme selezionate sembrano essere il vero fil rouge che tiene assieme l’intera trama.