La nuova classifica di Reporter Senza Frontiere boccia nuovamente l’Italia: la libertà di stampa nel nostro paese è in calo e siamo in una situazione per certi versi pericolosa. Va meglio altrove, in misura differente, tra gli altri paesi dell’UE.
Ma la cosa più interessante deriva dal confronto tra le classifiche che parlano di libertà di stampa e quelle che fotografano la penetrazione della banda larga: le analogie sono troppe per poter considerare ininfluente il confronto.
Questa la top 10 RSF sulla libertà di stampa:
- Danimarca
- Finlandia
- Irlanda
- Norvegia
- Svezia
- Estonia
- Olanda
- Svizzera
- Islanda
- Lituania
Questa invece la top 10 OECD sul broadband:
- Danimarca
- Olanda
- Norvegia
- Svizzera
- Islanda
- Corea
- Svezia
- Finlandia
- Lussemburgo
- Canada
Ben 7 tra i paesi con maggior penetrazione della banda larga sono anche i 7 paesi con maggior libertà di stampa relativa. Irlanda, Estonia e Lituania fanno eccezione, ma sono comunque tre nazioni nelle quali la penetrazione della banda larga sta facendo passi da gigante.
Il parallelo restituirebbe soddisfazioni anche andando oltre la top 10, ma è sufficiente fermarsi a questo stadio per passare alla domanda successiva: perché?
Possibilità 1: una maggior penetrazione della banda favorisce la libertà di stampa. Se la cosa è teoricamente vera, in pratica però questa dinamica non viene valutata dalle indagini RSF, dunque tra le due classifiche non v’è correlazione diretta. La disponibilità di banda larga, insomma, non è uno dei parametri valutati nel ranking RSF.
Possibilità 2: una maggior libertà di stampa favorisce un substrato culturale più aperto alle novità dell’innovazione. Sebbene il processo di correlazione sia più complesso, sembra essere questa una teoria maggiormente valida.
Leggendo il pagellino che RSF compila per l’Italia, si evince come la tv sia una sorta di buco nero che tutto ferma e tutto inghiotte: se è vero che l’80% degli italiani si informa in tv, sarà su questo mezzo che pioveranno gli investimenti pubblicitari (e la cosa è verificata), sarà sulla “scatola parlante” che fluiranno i contenuti, sarà sulla “cattiva maestra” che si poseranno le attenzioni delle istituzioni. In un paese come l’Italia, ove i soldi per una nuova rete non si trovano mentre il denaro per il Digitale Terrestre è invece arrivato in fretta, l’analisi è presto fatta: l’intero sistema politico ha dato delle priorità ed in questa analisi il Web non ha avuto le attenzioni che meritava e che avrebbe dovuto avere.
In conclusione: la libertà di stampa favorisce il broadband o il broadband favorisce la libertà di stampa? Nessuno dei due: semplicemente un clima culturale, economico, politico ed imprenditoriale sano stimola sia l’uno che l’altro. Oppure nessuno dei due: ne siamo testimoni.