Lo sviluppo delle tecnologie di gestione dello spazio in campo informatico vede da tempo Microsoft impegnata in prima linea nella ricerca: Surface ne è una ovvia ed interessante manifestazione. Microsoft, però, sta cercando oa di ampliare il proprio interesse attraverso il progetto LightSpace espressamente pensato per ambienti tridimensionali in cui l’utente è immerso e con il quale intende interagire.
Si tratta di un dispositivo composto sempre da telecamere e sensori, presentato alla User Interface Software and Technology di New York City: tramite le telecamere e i proiettori di profondità, LightSpace è in grado di proiettare oggetti nello spazio come se fossero reali. L’utente può anche manipolarli o spostarli tramite i propri gesti, esattamente come fossero effettivamente presenti in loco.
Ovviamente c’è un immediato collegamento tra la tecnologia di LightSpace e Kinect, ovvero la telecamera utilizzata da Xbox per giocare senza controller: Kinect è una prima elementare espressione di ciò che il gruppo vorrebbe arrivare a concretizzare e quel che oggi è applicabile nel gaming un domani potrebbe esserlo in ogni altro tipo di attività informatica in ambiente virtuale.
Una realtà virtuale, insomma, dagli interessanti risvolti pratici: basti immaginare lo scenario di una riunione in cui non c’è carta, e tutti gli oggetti sono proiettati nello spazio potendoli manipolare e gestire a proprio piacimento.
Un progetto che porta la fantascienza nella realtà, soprattutto. Il lancio di tecnologie come questa e come Kinect renderanno, in futuro, le telecamere di profondità sempre più economiche e quindi accessibili a tutti. Tramite LightSpace tutta la stanza potrà diventare il computer, ed ogni superficie potrà diventare interattiva.
Oggi si tratta di semplice ricerca in odor di fantascienza. Ma il passato insegna che la fantascienza non è soltanto una astrazione della realtà, ma spesso e volentieri una sua semplice anticipazione.