Luca Sartoni:
“Scusi signor Bernabè, quando parla di interessa del paese, di wikizzazione, di blog, di grandi piani di rilancio, intende dire che la smetterete di mettere nell’angolo i vostri utenti? Che la smetterete di fare tariffe appositamente studiate per evitare all’utente di comprenderle fino in fondo, di poterle valutare e confrontare con le altre? La smetterete di controllare il nostro traffico con l’improbabile scusa di farlo per la nostra sicurezza? La smetterete di subappaltare le attivazioni di servizi a piccole e fraudolente società che dichiarandosi vostre concessionarie telefonano alla gente alle 9 di sera cercando di buggerare le anziane signore come mia nonna?”
Certo che scriverlo qui, il giorno dopo, è troppo facile. Scusatemi amici se non l’ho chiesto ieri.
Luca Conti:
Dal mio punto di vista è un evento riuscito a metà, col bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda dei punti di vista. […] Bernabè, con tutti i vincoli del caso poteva osare di più e svicolare meno. […] Se l’obiettivo di Bernabè era quello di mettere una bandierina nel terreno del dialogo con il mondo dei social media, beh, è stato largamente raggiunto. Se invece era quello di accreditarsi come parte che vuole veramente dialogare, con tutta la consapevolezza e le implicazioni che tale scelta impone, l’obiettivo è a mio avviso fallito, per colpa sua e di nessun altro.
Nicola Mattina:
[…] trovo un po’ naive le sue dichiarazioni sull’importanza dei blog o dei wiki: sono strumenti e contano come tali. E’ l’uso che se ne fa che può produrre una differenza o meno: lo dimostra il blog Avoicomunicare, in cui l’azienda incarica un gruppo di studenti di dialogare in sua vece con la Rete non di se stessa, ma del sesso degli angeli. A chi serve un dialogo fatto per procura?
Antonio Tombolini:
Dice Bernabè che se siamo in coda alle statistiche di penetrazione di internet in Europa è perché c’è un gap culturale, è perché siamo analfabeti informatici, come un tempo eravamo analfabeti tout-court, e che il problema è che ci vorrebbe un cambiamento di tutto il sistema paese, della scuola, della cultura, ecc? Male. L’alfabetizzazione informatica non serve, il web è così semplice che chi ce l’ha, e può usarne appieno (leggasi banda larga) impara tutto da solo, e quel che non impara da solo lo impara con quelli che incontra in rete. Non è questione di cultura ma di infrastruttura: Telecom Italia, se vuole essere quell’attore di modernizzazione che dice di voler essere, pensi a fare il suo mestiere, ovvero a modernizzare la rete, a rendere disponibile l’ADSL dove non c’è
Stefano Quintarelli:
Non sono andato proprio a causa del format e della durata. Non tutti i presenti avrebbero potuto fare domande. Le domande non sarebbero state una conversazione ma solo un domanda/risposta. Le risposte ufficiali a ogni domanda che io avrei fatto, senza possibilita’ di ribattere e approfondire, le so gia’ (alcune le ho fatte in assemblea). Se posso fare un suggerimento, una conversazione intorno a un tavolo e con piu’ tempo sarebbe decisamente meglio…
Paolo Valdemarin:
- Tutto sommato è interessante che Bernabé sia venuto
- I blogger non sono molto bravi a fare domande
- Uno così comunque è abile ad evitare di rispondere a domande difficili
- L’OPA su Telecom è stata una truffa nei confronti del paese
- Nonostante 10 firewall, anche a lui arriva spam ;-)
Luca De Biase:
I blogger hanno, con molta cortesia, fatto presente a Bernabè quanto la rete attenda con ansia una svolta nella qualità dell’infrastruttura digitale italiana […] Domande poste con molta cortesia e fermezza (più cortesia che fermezza, per la verità, tanto che l’amministratore delegato chiosa «mi aspettavo domande più cattive»), cui Bernabè ha risposto cercando soprattutto di presentare una visione sintetica di ciò che vuole costruire con la sua azienda, ricorrendo molto spesso a racconti autobiografici a testimonianza di quanto fosse d’accordo con le obiezioni di fondo che gli venivano proposte, talvolta richiamandosi ai vincoli finanziari cui deve sottostare
Digital PR
Bernabè, con un eloquio chiaro e preciso, ha affabulato la platea con racconti anche personali, sintonizzandosi su una frequenza comune: quella del futuro, evitando di fossilizzarsi sugli errori passati e focalizzandosi sui prossimi impegni.
Vincenzo Cosenza
Il lento incedere dell’eloquio lineare di Bernabè e il ricorso a gustosi aneddoti personali, hanno quasi incantato alcuni blogger, dai quali mi aspettavo, forse sbagliando, un piglio più battagliero. […] Sarebbe stata auspicabile una maggior chiarezza sul tema della net neutrality, ma per il resto mi sembra sia stato un primo passo importante e non banale, per un’azienda di queste dimensioni e con questa storia, verso un dialogo che si spera continui nei prossimi mesi.
Andrea Contino
C’è ancora tanto da sviluppare nel raccontarsi alla rete e mi rendo conto che non sia un percorso particolarmente facile e felice, per questo al momento mi sento condividere l’opinione di altri sul discorso di Franco Bernabè (che tra l’altro vi segnalo pubblicherò interamente non appena possibile qui su Fluxes, ripreso per quanto possibile direttamente da me), forse una maggiore precisione nel rispondere alle aspettative e alle domande poste dal pubblico presente in sala non avrebbe guastato, ma apprezzo il tentativo.