Dubbi sul servizio Google Earth sono stati espressi in forma ufficiale dalla Indian Space Research Organisation, compagnia indiana che si occupa dei progetti del paese relativi alle missioni spaziali nonchè della gestione dei satelliti. I dubbi indiani non sono peraltro isolati in quanto si inseriscono in un filone già ben rappresentato: il timore è quello di avere talune zone del paese raffigurate con precisione eccessiva, aprendo tali location ad eventuali pericoli comunque non meglio specificati.
Il segreto militare è normalmente l’ostacolo che si frappone con maggior frequenza tra Google ed i paesi meno propensi ad accettare l’invasione dell’occhio satellitare di Google. In questo caso il riferimento è meno esplicito, ma il CEO ISRO Madhavan Nair punta comunque il dito: alcune zone di Delhi o Bangalore sono rappresentate con una definizione di 1 metro o meno ancora e la cosa non può che rappresentare una minaccia più che un servizio. Secondo Nair «le nostre agenzie della difesa dovrebbero preoccuparsene».
Madhavan Nair auspica un maggior dialogo con Google affinchè zone sensibili del paese possano essere eliminate dal sistema di mappe offerto gratuitamente a livello mondiale. Rimangono da verificare gli eventuali conflitti che potrebbero aver animato la protesta da parte di una compagnia che non trova alcun giovamento dall’invadenza di Google nello spazio di propria competenza. In questo caso si tratterebbe di una questione di mercato (di un promettente mercato, ancora perlopiù da scoprire) più che di autentiche preoccupazioni relative alla sicurezza del paese.